Addio Nishida, «fantozziano» del Sol Levante
Maboroshi Se n’è andato a settantasei anni uno dei volti più riconoscibili e amati della televisione e del cinema giapponese
Maboroshi Se n’è andato a settantasei anni uno dei volti più riconoscibili e amati della televisione e del cinema giapponese
Se n’è andato a settantasei anni uno dei volti più riconoscibili e amati della televisione e del cinema giapponese degli ultimi cinquant’anni, Toshiyuki Nishida, trovato senza vita nella sua casa di Tokyo, nella giornata di giovedì. Si tratta di una perdita abbastanza improvvisa, infatti Nishida era spesso presente in telefilm, programmi televisivi e lungometraggi realizzati nell’arcipelago, non ultimo Doctor-X Finale, un film che sarà nelle sale del Sol Levante in dicembre.
Nishida si è imposto sul finire degli anni settanta per i suoi ruoli comici quasi stralunati e per aver interpretato personaggi dall’aria bonaria, ma ha saputo anche calarsi in interpretazioni diametralmente opposte, come dimostrato dalla sua collaborazione con Takeshi Kitano per Outrage e Outrage Beyond in questi ultimi decenni.
Nasce nel 1947 nella prefettura di Fukushima e giovanissimo entra a far parte della compagnia teatrale Seinen-za nei primi anni settanta, periodo durante il quale comincia anche a lavorare ed apparire in piccole parti in televisione. Uno dei primi ruoli importanti per il grande schermo è quello di Kosuke Kindaichi in Devil’s Flute (1979), lo scapigliato detective creato dalla penna di Seishi Yokomizo e portato al successo al cinema da Ichikawa Kon nel 1976 con The Inugami Family.
Nel 1984 è il protagonista di Location, un affascinante lavoro di Azuma Morisaki, uno dei registi giapponesi che andrebbero di più riscoperti, tanto in patria che all’estero. Si tratta di una tragicommedia, come succede spesso con i lavori di Morisaki, adattata da un libro che racconta le scassate avventure di una squattrinata troupe impegnata nella realizzazione di pinku eiga, i film softcore che tanto hanno caratterizzato il cinema giapponese degli anni settanta e ottanta. Nishida interpreta, con la sua caratteristica fisicità, a tratti quasi fantozziana, il regista alle prese con la cronica mancanza di fondi e vari problemi, fra cui i tentativi di suicidio che affliggono il suo gruppo di lavoro. Da Morisaki a Yoji Yamada il passaggio è breve, i due registi sono stati collaboratori e amici da decenni, e proprio per Yamada, ricordiamo autore della fluviale serie di Tora-san, Nishida interpreta i personaggi principali di alcuni dei suoi lavori del periodo. Da sottolineare soprattutto la sua presenza in due film della quadrilogia Gakko (A School to Remember) durante gli anni novanta, dove l’attore giapponese è un insegnante di una scuola per disabili, per cui vince anche degli importanti riconoscimenti, e soprattutto il ruolo principale in Tsuribaka nisshi (Free and Easy).
Da questa serie di lungometraggi adattati per il grande schermo da Yamada da un manga di successo proviene forse il personaggio a cui Nishida viene più spesso accomunato. Si tratta di ventidue film realizzati tra il 1988 e il 2009 che raccontano le semiserie avventure di un impiegato di una ditta con una passione sfrenata per la pesca e che, segretamente, diventa amico del direttore della compagnia, anch’egli appassionato dello sport. Ad interpretare quest’ultimo è Rentaro Mikuni, qui nella fase finale della sua carriera, attore di grande spessore che in gioventù è stato protagonista in capolavori quali Harakiri, Kwaidan o L’arpa birmana. La differenza fra i due personaggi, e anche fra i due attori, e il loro rapporto sullo schermo è ciò che ha fatto diventare la serie un successo durato decenni. Benché non si tratti di capolavori della settima arte, rimangono dei film popolari e divertenti che mettono alla berlina in maniera efficace certi aspetti della società lavorativa giapponese contemporanea.
matteo.boscarol@gmail.com
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