Addio allo studioso del Sufismo Alberto Ventura
Scomparse L'intellettuale è mancato a Cosenza lo scorso 9 luglio. Già docente all’Università di Cagliari, divenne ordinario all’Orientale di Napoli, per poi trasferirsi nel 2007 all’Università della Calabria. Come studioso, ha dedicato la sua esistenza alla conoscenza della civiltà islamica, onorando al meglio la tradizione di studi di Alessandro Bausani di cui fu l'allievo prediletto
Scomparse L'intellettuale è mancato a Cosenza lo scorso 9 luglio. Già docente all’Università di Cagliari, divenne ordinario all’Orientale di Napoli, per poi trasferirsi nel 2007 all’Università della Calabria. Come studioso, ha dedicato la sua esistenza alla conoscenza della civiltà islamica, onorando al meglio la tradizione di studi di Alessandro Bausani di cui fu l'allievo prediletto
Il mondo intellettuale e accademico ha perso, all’età di 69 anni, Alberto Ventura, tra i più importanti islamologi contemporanei, massimo conoscitore del Sufismo non solo in Italia, ma anche a livello mondiale, come dimostrano i prestigiosi riconoscimenti ottenuti (per esempio, il Premio Ibn Arabi-Tarjuman, nel 2020).
Già docente presso l’Università di Cagliari, Ventura divenne professore ordinario all’Orientale di Napoli, per poi trasferirsi nel 2007 all’Università della Calabria, dove insegnava Storia dei Paesi Islamici. Come studioso, ha dedicato la sua esistenza alla conoscenza della civiltà islamica, onorando al meglio la tradizione di studi di Alessandro Bausani, di cui fu uno degli allievi prediletti. Senza protagonismo, si rese promotore di seminari e incontri interreligiosi per promuovere una conoscenza dell’islam tesa a combattere gli stereotipi radicati nel mondo «occidentale» su quello islamico.
IL PATRIMONIO INTELLETTUALE di Alberto Ventura può essere sintetizzato nell’esigenza incrollabile di testimoniare e diffondere la tradizione islamica racchiusa nel Sufismo, unica vera riposta al fondamentalismo islamico e non, e fonte di ispirazione universale. Ventura interagiva con la società civile, mettendo generosamente a disposizione di chiunque la sua infinita sapienza, ben prima che divenisse una moda e una direttiva ministeriale la pratica del cosiddetto public engagement, cioè organizzare quelle iniziative di divulgazione rivolte a pubblici «non esperti» nel territorio. Non è un caso che prediligesse la radio come strumento di condivisione di conoscenza: sono diventati celebri i cicli di puntate del programma Uomini e Profeti di Gabriella Caramore trasmesso da Radio Tre, che hanno dato luogo anche a opere editoriali raffinate.
GIÀ MEMBRO della Commissione Nazionale Italiana dell’Unesco e del Consiglio Scientifico dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente di Roma, Ventura ha pubblicato importanti lavori e, inoltre, diretto la collana Islamica, della casa editrice Arnoldo Mondadori. Tra le sue pubblicazioni, lo studio della dimensione metafisica e il sufismo in genere hanno avuto una posizione privilegiata. In particolare, non si può non menzionare al-Hallaj. Il Cristo dell’Islam (Mondadori, 2007), L’esoterismo islamico (Adelphi, 2017), Sapienza sufi (Edizioni Mediterranee, 2016), Lo yoga dell’Islam (Edizioni Mediterranee 2019), e nel 2010, una nuova edizione del testo coranico per Mondadori che fu addirittura presentata al Papa Benedetto XVI.
Per sintetizzare al massimo le doti di Ventura, che ha formato nel corso degli anni moltissimi studenti e allievi ricercatori ai temi relativi all’islamistica, si possono riprendere le parole che ha recentemente scritto il suo ultimo allievo, Francesco Alfonso Leccese: «Carisma e eloquio squisito rendevano incontri, conferenze e lezioni un appuntamento irrinunciabile per colleghi, studenti e spettatori rapiti da una passione e da una conoscenza cristallina, da un’arte del racconto dotto, ma comprensibile a tutti».
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