L’antropologo ed etnologo Luigi Maria Lombardi Satriani, è morto a Roma all’età di 85 anni. Studioso del folklore e delle culture delle classi subalterne. aveva insegnato discipline antropologiche alla Sapienza di Roma, ateneo in cui era professore emerito di etnologia. Lombardi Satriani era nato in Calabria, a San Costantino di Briatico, in provincia di Vibo Valentia. Nel corso della sua lunga carriera accademica era stato preside e docente della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria e aveva insegnato presso gli atenei di Messina, Napoli, Austin, in Texas, e San Paolo del Brasile. Da sempre legato al mondo progressista, era stato anche senatore della Repubblica tra il 1996 e il 2001, eletto nel gruppo Sinistra Democratica – L’Ulivo; a Palazzo Madama aveva fatto parte della Commissione Cultura e della Commissione Bicamerale che si era occupata del contrasto alle organizzazioni mafiose. Intellettuale di ispirazione gramsciana, molto legato anche al lavoro di ricerca inaugurato da Ernesto De Martino, aveva condotto studi sul folklore, la religiosità popolare e, sopratutto, la cultura contadina. Già negli anni Sessanta, con opere di grande rilievo come Il folklore come cultura di contestazione aveva attirato l’attenzione sulla condizione del Mezzogiorno, rivendicando per il Sud e le sue culture contadine e popolari uno spazio innato di rivolta sia al consumismo montante che alla vecchia oppressione sociale frutto del dominio sulla terra. Inedita anche la sua lettura dei «moti» di Reggio Calabria, espressa già nel 1971 in Rivolta e strumentalizzazione. Tra le sue molte opere, Folklore e profitto (Guaraldi, 1973), Antropologia culturale e analisi della cultura subalterna (Rizzoli, 1974), Il silenzio, la memoria, lo sguardo (Sellerio, 1979), La stanza degli specchi (Meltemi, 1994), Nel labirinto. Itinerari metropolitani (Meltemi, 1996), De sanguine (Meltemi, 2000). Domani un approfondimento su queste pagine.