Non potevi occuparti di musica, specie di musica di ricerca, senza frequentare Roberto Masotti. Senza incontrarlo, parlarci, essere informato su ciò che ancora non ti era arrivato all’orecchio. Specie negli anni milanesi, perché lui era ravennate di nascita ma faceva parte del panorama culturale e urbano di Milano in modo organico. Dove c’era il jazz nuovo, o il rock (metti gli Area) o la canzone (è stato per anni il fotografo di Franco Battiato), dove c’erano le sperimentazioni di musica nuova del giro «colto» meglio se non accademico e penitenziale, per esempio un John Cage, lo trovavi. Con lui si...