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Addio a Gerardo Bianco

Addio a Gerardo BiancoGerardo Bianco

Gerardo Bianco è scomparso ieri a Roma all’età di 91 anni, oggi a Montecitorio la camera ardente. Sempre gentile, disponibile e ironico, Bianco era di tre anni più giovane di […]

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 2 dicembre 2022

Gerardo Bianco è scomparso ieri a Roma all’età di 91 anni, oggi a Montecitorio la camera ardente. Sempre gentile, disponibile e ironico, Bianco era di tre anni più giovane di Ciriaco De Mita, l’altro grande democristiano morto quest’anno. Ed era nato anche lui nell’alta Irpinia, la culla della sinistra Dc, a Guardia Lombardi, quindici chilometri da Nusco. Con De Mita, Bianco aveva condiviso gli studi a Milano alla Cattolica, entrambi nel collegio di padre Agostino Gemelli, e poi la politica nella corrente del maestro comune Fiorentino Sullo. Linguista e latinista, docente universitario, Bianco è sempre stato l’intellettuale del gruppo della sinistra Dc, «basista» prima e poi dopo la rottura con De Mita nella corrente «Forze nuove» di Donat Cattin. Ma più che all’attività di partito, Bianco si è dedicato a quella parlamentare. È stato per due legislature capogruppo della Dc e poi vice presidente alla camera dei deputati, ministro (dell’istruzione) per un anno appena nel VI governo Andreotti, quando cedette alle pressioni (che, raccontò poi, passarono attraverso sua moglie) del segretario Forlani: bisognava allora sostituire i ministri della sinistra Dc che si erano dimessi in polemica con la legge Mammì, a Bianco toccò il posto di Sergio Mattarella.

«Leader» di partito Bianco lo è diventato tardi, quando al termine di una lunga battaglia politica sulle spoglie della Dc, combattuta contro Buttiglione, divenne segretario e poi presidente del Partito popolare italiano. Buttiglione (con il simbolo) andò a destra da Berlusconi. Bianco, con il nome storico che era stato quello del partito di don Sturzo, a sinistra con Prodi. Fu infatti tra i fondatori dell’Ulivo. Parlamentarista convinto – «il parlamento è la mia passione» – negli ultimi anni è stato presidente dell’associazione degli ex parlamentari e presidente della biblioteca e archivio storico del senato. Non volle aderire alla Margherita e, men che meno, al Partito democratico.

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