Si è spento ieri a Roma Armando Pugliese, regista e uomo di teatro vitalissimo, ma colpito e tormentato da una pesante patologia, che da diversi anni lo affligeva. Aveva 77 anni, e aveva in programma diverse regie anche per la stagione prossima, così come imperterrito aveva continuato a realizzare spettacoli (di indubitabile qualità) negli ultimi anni. La sua storia artistica era nata e cresciuta all’Accademia Silvio D’Amico, negli ultimi anni 60, dove era stato allievo di Orazio Costa e di un giovane che lo aveva preceduto come apprendista, Luca Ronconi.

PROPRIO quest’ultimo, intuendone le potenzialità, lo volle come regista assistente in quella «follia» di allestimento da cui nasce una nuova, clamorosa stagione del teatro italiano: l’Orlando furioso di Ariosto «ritagliato» da Edoado Sanguineti, e recitato non su un palcoscenico ma su carrelli che si muovevano indiavolati in spazi inusuali (palestre, musei, stadi al coperto) con sopra i personaggi del racconto ariostesco. Fu una esplosiva invenzione di linguaggio teatrale, ma anche l’altrettanto esplosivo debutto di una nuova generazione di attori, disposti ad eccellere non solo nel «racconto» drammatico frutto di interpretazione, ma anche impegnandosi in una prestazione atletica non secondaria. Proprio una parte di quegli attori, che Ronconi (poco amante dei viaggi) affidava al suo «aiuto» nei tour in Italia e nel mondo, continuarono a lavorare con Pugliese, nello sviluppo di alterni rapporti tra i due registi. Mentre sul lato organizzativo, nacquero proprio allora e in quel contesto, le prime «cooperative», di attori tecnici e teatranti vari. Un tipo di organizzazione che si è andata da allora diffondendo su tutti i palcoscenici, e di cui Pugliese è stato testimone e protagonista fondamentale.

DOPO quell’esperienza, Pugliese reinventò uno sviluppo di quel modulo di teatro in movimento, creando lui un altro capolavoro che ha fatto epoca (in una lunga vita di repliche, che vedeva sempre nuove interessanti presenze, nel succedersi ciclico degli interpreti): il Masaniello. Uno spettacolo che divenne quasi una bandiera per Napoli, per creatività, generosità e positivo uso della «politica» da parte dell’eroe storico seicentesco. Da allora Pugliese, amatissimo da attori e pubblico nonostante la sua apparente «rudezza», ha realizzato decine e decine di spettacoli, sempre accolti con successo e rispetto. Autori antichi e moderni, contemporanei italiani (proprio Masaniello fece nascere una fertile collaborazione don Elvio Porta), tutti resi «teatrali» dalla mano sicura di Pugliese, col cui lavoro toccherà ancora fare i conti.