Tra gli esploratori di suoni nello spazio, di suoni con dispositivi tecnologici in movimento insieme ai corpi umani, di suoni che si trasformano diventando altro pur essendo fatti della loro materia fisica, Alvin Lucier, morto il 1 dicembre a novant’anni, era il più radicale. Aveva lavorato in gruppo con Rober Ashley, Gordon Mumma, David Berhman, compagni anche nella «scuola» Lovely Music (qualcosa di più che un’etichetta discografica) durante gli anni ’70. Era il più estremo, se vogliamo dirla così, e invece non è la parola giusta. Era il più diretto nello sperimentare le possibilità – o gli esiti imprevedibili –...