Ada, Nancy e Paula, tra patti di sangue e peripezie del desiderio
NARRATIVA «Il giglio d’acqua», romanzo di esordio di Ivana Librici per le edizioni Solferino
NARRATIVA «Il giglio d’acqua», romanzo di esordio di Ivana Librici per le edizioni Solferino
La storia, avvincente fin dalle prime pagine, narra di due amiche che crescono insieme e si amano come sorelle. Diventate adulte, Nancy, una delle due, misteriosamente scompare. Siamo in Bolivia, in un villaggio immerso nei colori e nei profumi della foresta, dove incontriamo un prete tedesco, fuggito lì subito dopo la guerra, su cui si vocifera perché sarebbe colpevole di orrendi crimini in patria. Le due bambine non capiscono bene i discorsi degli adulti, ma temono quel sacerdote severo e punitivo. Parecchi anni dopo siamo in un borgo ligure, Sarzana, dove Ada, che ha sposato un italiano, cresce la giovanissima figlia Paula ed è ancora tormentata dalla scomparsa dell’amica, che sogna spesso la notte.
Il romanzo si intitola Il giglio d’acqua (Solferino Libri, euro 16,50, pp. 240) ed è un esordio narrativo molto interessante. Ne è autrice la genovese Ivana Librici, docente di spagnolo alle superiori, che quest’anno ha vinto la seconda edizione di «LetteraFutura», il concorso riservato alle esordienti, creato per promuovere la scrittura femminile all’interno di inQuiete Festival di scrittrici a Roma. La fellowship «LetteraFutura», in partenariato con la casa editrice Solferino e grazie al contributo di BPER Banca, consiste proprio nella pubblicazione del romanzo vincitore e in un tour di presentazioni in tutta Italia.
L’IO NARRANTE de Il giglio d’acqua è Ada, la cui figlia diciassettenne Paula sta per diventare madre di una bimba che vuole a tutti i costi. Nancy è la madre biologica di Paula ed è scomparsa poco dopo averla partorita. Cosa è accaduto dopo che ha consegnato a Ada, una notte nella laguna, la propria neonata? Nancy era arrivata nella sua grande famiglia come alzadora, a sette anni, per aiutare la madre a crescere il fratellino Carlito. Scalze nella terra rossa, tra boschi e laghi, le due avevano stipulato un pacto de sangre. La famiglia dove Nancy va a vivere è San Ignacio de Velasco, una delle cittadine dove si trovano le missioni settecentesche dei gesuiti e dove, dopo la guerra, hanno trovato rifugio alcuni soldati delle SS tedesche. E proprio a un nipote di una SS sposato a una boliviana sua lontana parente, alcuni anni prima Ada era andata a chiedere di Nancy. Mezze frasi facevano emergere un delirante progetto per far rinascere la razza ariana, mescolando sangue germanico e sangue puro degli indio. Nessuna risposta sulla fine di Nancy, niente di chiaro sull’esperimento, solo minimizzazioni, silenzi.
IL PRETE TEDESCO che le ha viste bambine è ormai anziano: potrebbe svelare il mistero della scomparsa di Nancy? Potrebbe mettere fine ai sogni tormentosi di Ada che rievoca la notte in cui ha visto per l’ultima volta la sua amica e ha preso con sé Paula? Ada torna nel Paese sudamericano, vuole incontrare i suoi familiari e anche indagare. Il testo è diviso in brevi capitoli che alternano i sogni e gli incubi di Ada con episodi felici e divertenti del passato, feste tradizionali boliviane e vita di famiglia. Il passato e il presente si intrecciano e Ada segue trepidando, tra speranza e preoccupazione, la gravidanza precoce di Paula, quella figlia di due madri che nulla sa del suo passato.
Il romanzo di Ivana Librici, che ha pubblicato alcuni racconti in riviste letterarie e ha un dottorato in Letteratura comparata e traduzione del testo letterario, è avventuroso e scritto con ritmo e fluidità. Insomma un esordio che merita il premio «LetteraFutura».
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