Negli anni ’80 e ’90 fu di moda parlare dei «costi della politica». Da qui le proposte di snellire il settore pubblico in termini di occupazione e di risorse: ridurre il numero dei parlamentari, tagliare i bilanci dello Stato specie nel campo sociale, ridurre le tasse dirette ed aumentare le tasse indirette (eppure la fiscalità progressiva sul reddito fu una delle principali conquiste sociali e democratiche del ‘900), affidare compiti di controllo e di sanzione tipicamente pubblici ad organismi privati. Una linea tendenziale trasversale dalla destra alla sinistra. Fra le mistificazioni ideologico-culturali più insidiose brilla la questione dell’acqua pubblica bene-comune....