«Si è avventato su di me e ha cominciato a palpeggiarmi, voleva baciarmi. L’ho spinto e gli ho detto, indignata, “No!”. (…) Ma si è lanciato di nuovo contro di me e, molto arrabbiata, l’ho spinto con più forza». L’attivista mapuche argentina Moira Millán racconta di nuovo, stavolta al quotidiano spagnolo El Salto, quanto avvenne nel 2010 nell’appartamento del sociologo portoghese Boaventura de Sousa Santos, nel quale era stata invitata dopo una conferenza a Coimbra.

Quando, in Portogallo e poi in patria, ha denunciato l’accaduto, non le hanno creduto. Il docente è uno dei più prestigiosi e influenti intellettuali della sinistra iberica, molto noto anche in America Latina in quanto animatore per anni del Forum Sociale Mondiale.

ORA PERÒ ALTRE QUATTRO DONNE accusano l’intellettuale di «assedio sessuale». Il #MeToo ha avuto origine dalla pubblicazione di un intervento all’interno del volume Sexual Misconduct in Academia (Routledge). Nell’articolo, tre ricercatrici transitate tra il 2011 e il 2019 per il Centro de Estudos Sociais di Coimbra che il sociologo ha a lungo diretto – la belga Lieselotte Viaene, la portoghese Catarina Laranjeiro e la nordamericana Myie Nadya – hanno descritto un pesante clima di molestie e di «estrattivismo intellettuale», ovvero «la pratica di riprodurre il lavoro altrui presentandolo come proprio». «Questa e altre forme di violenza – scrivono – sono strutturali e strutturanti di un sistema accademico fondato su marcate gerarchie professionali e divisioni di classe, genere e razza».

L’articolo non cita esplicitamente De Sousa Santos ma è chiaro che le accuse lo riguardano direttamente. Tant’è che dopo anni di silenzio anche Bella Gonçalves, deputata del Psol nello stato brasiliano del Minas Gerais, ha denunciato il suo ex tutor di dottorato: «Mi ha messo una mano sulla coscia. Ha detto che le persone a lui vicine avevano molti vantaggi e ha suggerito di approfondire il rapporto», ha raccontato a Agência Pública.

L’ANZIANO SOCIOLOGO definisce le accuse contro di lui «un atto miserabile di vendetta istituzionale e personale» e annuncia una querela per diffamazione nei confronti delle autrici, sostenute però da un appello firmato da 250 esponenti del mondo accademico.

Per la Procura di Coimbra non sono state presentate denunce e non è in corso alcuna indagine contro de Sousa Santos. Ma le accuse di molestie sessuali e abuso di potere hanno già sortito degli effetti. Il sociologo 82enne (insieme a un suo collaboratore, il professor Bruno Sena Martins) è stato sospeso sia dal Centro de Estudos Sociais dell’Università di Coimbra, da lui fondato nel 1978, sia dal Consiglio Latinoamericano di Scienze Sociali. Sul muro della sua università è comparsa la scritta «Fuori Boaventura, tutte sappiamo».

Anche il quotidiano spagnolo Publico ha deciso di sospendere la collaborazione con l’intellettuale finché la commissione annunciata dal Ces non diffonderà i risultati dell’inchiesta interna.