Economia

Accordo sul Mes sanitario, l’Italia può ricevere 36 miliardi

Accordo sul Mes sanitario, l’Italia può ricevere 36 miliardiIl ministro dell'Economia Roberto Gualtieri mentre partecipa alla videoconferenza dell’Eurogruppo

Misure tampone Via libera dell’Eurogruppo a un fondo che non prevede condizioni, se non l’uso per coprire le spese causate dal Covid 19. Il ministro dell'economia Roberto Gualtieri: "Non potranno essere introdotte condizioni aggiuntive". Il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno: "Non c'è nessun tipo di Troika". Approvato un pacchetto da 540 miliardi con i 200 miliardi degli investimenti della Bei e i 100 miliardi di sussidi del piano «Sure»

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 9 maggio 2020

I ministri finanziari dell’Eurogruppo riuniti ieri in video conferenza hanno raggiunto l’accordo sui dettagli del pacchetto europeo di aiuti, già elaborato il 7-9 aprile scorsi e deciso dal consiglio europeo dei capi di stato e di governo il 23 aprile scorso. Dal primo giugno sarà dato il viaa un fondo da 240 miliardi di euro in prestiti del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), ai 100 miliardi del programma Sure per la cassa integrazione e ai 200 miliardi di investimenti della Banca eruopea degli investimenti (Bei).

L’EUROGRUPPO ha raggiunto un accordo sui termini dei prestiti del Mes. Si tratta di un’interpretazione ampia delle spese sanitarie che possono essere finanziate con prestiti che hanno una scadenza a dieci anni, un tasso annuale a 0,1%, per un costo una tantum di 0,25% e un costo annuale di 0,005%. Sono queste le caratteristiche della nuova di linea di credito del Mes dedicata alla pandemia. Le richieste potranno essere fatte fino alla fine del 2022, ma la scadenza potrà essere estesa. L’unico requisito per richiedere l’accesso alle linee di credito è il finanziamento dei costi diretti e indiretti delle spese sanitarie, di cura e di prevenzione dovuti alla crisi del Covid-19. Un elenco dei settori dove saranno impiegati i fondi sarà formulato in un «piano di risposta alla pandemia» definito in base alle esigenze degli stati. «La decisione finale per l’accesso alla linea di credito spetta agli Stati membri» ha confermato il commissario Ue all’economia Paolo Gentiloni.

LA SORVEGLIANZA e il monitoraggio sulle spese sarà realizzata dalla Commissione Ue e sarà limitata al controllo che i fondi siano impiegati nei settori predefiniti dall’accordo con i governi. L’importo totale del fondo sarà definito in base al prodotto interno lordo (Pil) fino al 2% e sarà calcolato in maniera proporzionata alla severità della crisi che si è abbattuta su ciascuno dei paesi. Questo significa che, se il governo italiano decidesse di richiedere i fondi del Mes, otterrebbe al momento il massimo di quanto stabilito nuovamente nel documento ieri licenziato dall’Eurogruppo. La stima della Commissione Europea è i una perdita del Pil pari a meno 9,5% nel 2020, ma potrebbe essere anche peggiore. Per questa ragione l’Italia, otterrebbe fino a 36 miliardi di euro ai tassi stabiliti. In proporzione, anche la Spagna o la Grecia otterrebbero un simile accesso alle risorse.

UNA VOLTA stabilita la fine dell’emergenza sanitaria, non prima della commercializzazione del vaccino tra uno o due anni, e avviata la restituzione dei prestiti a un tasso «marginale, circa zero» ha detto il direttore generale del Mes Klaus Regling, gli Stati si sono impegnati a tornare nei parametri del patto di stabilità e crescita, attualmente sospeso dalla Commissione Ue. Il documento finale dell’Eurogruppo ribadisce la formula usata dal vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis e dal commissario all’economia Paolo Gentiloni nella lettera inviata giovedì 7 maggio al presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno. La trasformazione di una parte del capitale del Mes (410 miliardi) da «fondo salva stati» a finanziatore dell’emergenza sanitaria ha ricevuto un’attenzione spropositata in Italia, considerata anche l’entità modesta del fondo, inadeguato a coprire le enormi esigenze di bilancio. Lo stesso ragionamento vale per il pacchetto da 540 miliardi approvato ieri. Il Mes, inoltre, potrebbe essere utile per attivare il piano «Omt» di acquisti illimitato dei titoli di stato della Bce. Ma un piano simile è stato già attivato dalla Bce e sarà rinnovato l’anno prossimo. Ciò renderebbe inutile il cosiddetto «scudo di Draghi».

AL TERMINE dell’emergenza l’esigenza di un piano di rientro nei parametri, oggi sospesi, del patto di stabilità e crescita è stata ribadita anche dall’Eurogruppo.L’applicazione di questo patto ha seguito sempre una discrezionalità politica stabilita dalla Commissione Ue. È per questa ragione che alla Francia è stato permesso di sforare i parametri sul deficit del 3% per dieci anni, mentre all’Italia è stata accordata dal 2015 la «flessibilità» nonostante sfori – e continuerà per sempre a farlo – i parametri sul debito: dovrebbe essere al 60% sul Pil, supererà il 160% nel 2020. La sospensione del patto di stabilità non finirà tanto presto, ed è anche difficile che sia ristabilito. Le conseguenze di questa crisi non permetteranno di ristabilirlo pienamente. E, in più, la Commissione Ue ha annunciato un ripensamento delle regole europee. «La discussione continuerà, ma bisogna trovare un consenso per decidere dove vogliamo andare» ha detto ieri Dombrovskis. Se non ci sarà un accordo si tornerà alla «normalità» precedente. Un’idea non proprio rassicurante.

«NON POTRANNO essere introdotte condizioni aggiuntive sul Mes» ha scritto in un tweet il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. «Non c’è alcuno stigma» e «non c’è nessun tipo di Troika per la sorveglianza dopo l’accesso» ha aggiunto Mario Centeno. Per il presidente del parlamento europeo David Sassoli «tutti quelli che hanno fatto perdere tempo agli italiani e hanno lanciato offese, adesso abbiano il coraggio di chiedere scusa». Ieri è stato massimo l’impegno a sdoganare il Mes, soprattutto ad uso interno del governo italiano, e in particolare dei Cinque Stelle che hanno giurato che mai l’avrebbero votato, nè usato.

«LA SFIDA CRUCIALE è tradurre in realtà il segnale politico sul fondo per la ripresa, prima che sia troppo tardi» ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ma la sfida è soprattutto per il suo governo. Il tentativo è equilibrare le forze interne, a cominciare dai Cinque Stelle. Il fondo della speranza è lo stesso che il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha proposto ieri di dedicare ad Alcide De Gasperi, ignaro forse che Europa politica deve altrettanto ad altre tradizioni politiche, a cominciare da Altiero Spinelli e dal Manifesto di Ventotene, ad esempio. Al di là delle citazioni democristiane, il percorso resta in salita per arrivare a 1500 miliardi di euro, di cui 200 andrebbero all’Italia. Ursula Von Der Leyen dovrà trovare l’accordo tra un paio di settimane, ma la realizzazione sarà rinviata al prossimo anno, in attesa di un compromesso sul bilancio Ue. Si pensa a una soluzione «ponte». Prima che sia «troppo tardi».

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