Alias

Accerchiati dalla retorica e dallo spreco

Accerchiati dalla retorica e dallo spreco

Olimpiadi Tokyo Molte le diserzioni degli sponsor: si va dalla Toyota alla Panasonic, Fujtsu, Nippon, Nec e la birra Ashahi

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 24 luglio 2021

Le Olimpiadi dello spreco e dell’inganno è un libro scritto da Ulrike Prokop della Scuola di Francoforte all’inizio degli anni ‘70 del secolo scorso. Il titolo si addice alle olimpiadi di Tokyo. Lo spreco: sono costate 16 miliardi di dollari rispetto ai 7,5 preventivati dopo l’assegnazione nel 2013. Da aggiungere 700 milioni di euro per i biglietti non venduti, visto che le gare saranno vietate al pubblico. L’inganno: ignorare il Covid in nome dei profitti.

Un esempio: il Cio avrebbe perso 4 miliardi di dollari per i diritti tv, in caso di annullamento e 6 miliardi di dollari dagli sponsor. Intanto la Toyota dopo aver firmato un contratto per un miliardo di dollari, non manderà in onda gli spot pubblicitari che hanno coinvolto 200 atleti nipponici, vista la contrarietà ai Giochi olimpici del 87% dei giapponesi. Alla diserzione si aggiungono altri colossi di casa come Panasonic, Fujtsu, Nippon, Nec e quello della birra Ashahi, mentre altre sessanta aziende dopo aver investito tre miliardi di dollari, meditano il ritiro.

L’indotto olimpico avrebbe portato 40 milioni di turisti in Giappone nel 2020, ma lo slittamento è già costato 6 miliardi di dollari.
Sull’orlo di una crisi di nervi è il premier Suga Yoshilde, che aveva fissato le elezioni a ottobre, pronto per l’incasso, ma non aveva previsto l’ostilità della gran parte dei giapponesi e ora le olimpiadi rischiano di trasformarsi in un boomerang. Il presidente del Cio Thomas Bach ha detto che «la cancellazione dei Giochi per noi non è mai stata un’opzione». Gli fa da eco lo Yukio Mishima del Foro italico, il numero uno del Coni Giovanni Malagò, che con saggezza zen ha sentenziato: «L’olimpiade salverà le olimpiadi».

Lo tsunami della retorica in casa nostra è inarrestabile e su Repubblica il direttore Maurizio Molinari scrive: «Ogni gara celebrata è una sconfitta per il virus». Intanto i contagi da Covid si moltiplicano tra gli atleti e già a poche ore dagli sbarchi si è passati dagli «appena venti», come riportavano trionfali i media nostrani, ai «solo cento». Una buona notizia fuor di retorica: la più forte pallavolista del mondo, l’italiana Paola Egonu, nata a Cittadella da genitori nigeriani,  ha portato insieme ad altri quattro atleti la bandiera con i cinque cerchi olimpici, rappresentando gli atleti di tutto il mondo. Qualche mese fa ha dichiarato di avere una compagna, un assist per la legge Zan. Oggi a Tokyo si spara, non sull’uomo come a Voghera, ma con la carabina dai 10 metri e arriveranno le prime medaglie. Les jeux sont faits.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento