Tra «lingua ritrovata», «corrispondenze amorose», «scrittura di esperienza» e alcune «riprese», come recitano i titoli dei capitoli di cui si compone l’ultimo libro di Lea Melandri, con Alfabeto d’origine (Neri Pozza, pp. 169, euro 16) siamo in presenza di un testo sorprendente, dipanato con il fascino e la suggestione di una confessione irrimandabile e di un flusso emozionale che proviene dall’inconscio. La lettura procede come un incontro con un pensiero alimentato dalla «forza invasiva del mondo interno», di cui si cerca in ogni frase la difficile traduzione attraverso scrupolosa cura semantica e acribia stilistica, condensate in parole precise e ricercate, significati...