«Abitare il bosco», un esperimento per vivere collettivamente la natura
A Mombaruzzo (Asti) gli studenti sono stati coinvolti in un progetto di tutela delle aree boschive
A Mombaruzzo (Asti) gli studenti sono stati coinvolti in un progetto di tutela delle aree boschive
L’antefatto di Abitare il bosco è un incendio in Sardegna che ha distrutto migliaia di alberi secolari. Ad assistere a questa desolazione, il professor Guido Lazzarini dell’Università di Torino, che racconta di aver chiesto al comandante della forestale perché non si riusciva a domare l’incendio: «Non si può entrare a causa dell’abbandono» fu la risposta. Da quel momento, continua, «nacque in me l’idea della necessità di aver cura del bosco, di abitarlo, curarlo come una persona. Ne ho parlato con l’associazione Increase e con il sindaco di Mombaruzzo dove è presente un’area boschiva di 1.800 ettari che attraversa sei Comuni delle provincie di Asti e Alessandria e così abbiamo iniziato ad Abitare il bosco.
ABBIAMO COINVOLTO 200 alunni delle scuole del territorio che hanno svolto attività formative e si sono presi cura del bosco. Hanno costruito hotel per gli insetti, strade per gli impollinatori, hanno fatto passeggiate e poi altri lavori in classe». Il bosco, racconta Francesca Rota, tra gli animatori del progetto «è un tesoro che ci appartiene, ma che dobbiamo abitare, è una parte della comunità, un amico». È nato anche un Manifesto di Abitare il Bosco che offre 10 piccole indicazioni per vivere il bosco, assumersi la responsabilità del luogo, frequentarlo, nel modo corretto per essere un Forest Hero. Ma soprattutto considerare una diversa concezione del rapporto stesso che le comunità umane instaurano con l’ecosistema naturale serve a modificare il modo stesso con cui la natura è apprezzata e vissuta localmente.
BISOGNA TENER PRESENTE che a livello mondiale, il Fao Global Forest Resources Assessment 2020 ha calcolato che le foreste coprono una superficie di 4,1 miliardi di ettari, pari al 31% della superficie del pianeta. Anche in Italia le foreste occupano quasi un terzo del territorio nazionale (il 36,7 %), ma mentre a livello mondiale esse tendono a ridursi (sono 178 i milioni di ettari di boschi e foreste persi dal 1990), nel nostro Paese la loro estensione è in aumento (circa 587 mila ettari in più, che significa +290 milioni di tonnellate di CO2 sottratte all’atmosfera). Una fotografia apparentemente positiva, che però non dice tutto sulla situazione dei boschi e delle foreste.
NEL NOSTRO PAESE, OGGI, il patrimonio forestale è in larga parte abbandonato e non governato dal punto di vista della pianificazione territoriale. Nel solo 2021, sono andati in fiamme quasi 159 mila ettari di bosco. Un danno sociale, oltre che ambientale e economico, rispetto al quale i cambiamenti climatici sono una concausa rilevante, ma non necessariamente la più importante. È fondamentale, spiegano i promotori, «il coinvolgimento attivo delle comunità locali nei confronti dei propri boschi».
I BOSCHI E LE FORESTE costituiscono dunque importanti ritagli di territorio. In più, attraverso di essi, le comunità beneficiano di servizi ecosistemici che sono fondamentali per la vita e il ben-essere di tutta la collettività, quali: la conservazione del suolo e delle risorse idriche, la salvaguardia della biodiversità, la mitigazione dei cambiamenti climatici, il contrasto alla desertificazione… I boschi sono oggetto di una varietà di rappresentazioni che oscillano tra visioni benevole, in cui il bosco è visto come luogo accogliente, e visioni in cui il bosco assume i connotati della foresta oscura e ostile. Il caso vuole che il bosco di Mombaruzzo si chiami Bosco delle Sorti, «ma non possiamo lasciare al fato il futuro del nostro Paese», conclude Lazzarini.
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