Visioni

Abdullah Ibrahim, il tocco superbo dello sciamano

Abdullah IbrahimAbdullah Ibrahim

Note sparse Un doppio album per il progetto live - registrato nel 2023 - dal titolo "3 still hard boppin"

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 10 luglio 2024

Un album pervaso da una profonda musicalità, che rimanda ad una lunga – feconda, intensa, tesa al nuovo – carriera, all’impegno nella lotta contro l’apartheid ma anche ad una spiritualità e ad uno «sciamanesimo sonoro» che colpisce con intima energia l’ascoltatore.

3 still hard boppin (Gearbox Records) è l’ultimo – doppio – cd del pianista sudafricano Abdullah Ibrahim che lo ha inciso nel luglio 2023, ad 89 anni. La registrazione è avvenuta a Londra, dal vivo, alla Barbican Hall, sala dalla particolare acustica dove Ibrahim aveva già realizzato l’album per solo-piano Solotude in piena pandemia (2021, sempre per la Gearbox).

Una prima parte (cd 1) di 3 still hard boppin si svolge in assenza di pubblico ed una seconda (cd 2) con gli spettatori. Al suo piano si abbinano, in combinazioni mutanti, lo straordinario politrumentista Cleve Guyton (flauto, ottavino, ance) e il versatile violoncellista-contrabbassista Noah Jackson.

I 19 BRANI (tutti del pianista, con l’eccezione di tre composizioni di Ellington, Coltrane e Monk) hanno svolgimenti non prevedibili, con prevalenza del piano solo e del trio ma anche episodi in duo (Ishmael e sezioni di In A Sentimental Mood, Tuang Guru e Skippy). I pezzi spesso procedono in un continuum e, nella parte con il pubblico, Abdullah Ibrahim sembra quasi ignorare gli applausi, concentrato in una creazione sonora che ha qualcosa di simile alla meditazione e alla preghiera.

Da parecchio tempo il suo pianismo ha perso il furore ritmico originario che si è trasformato in una tensione distillata nel fraseggio, avvertibile nel suo incedere per moduli, associazioni, richiami, divagazioni, invenzioni.

Non è un caso che gli episodi nella solitudine pianistica siano quelli più toccanti del doppio cd, ma lo sono proprio perché preparati e seguiti dalla simbiotica relazione con Guyton e Jackson.

SE, AD ESEMPIO, Krotoa – Crystal Clear (in piano solo) brilla senza incertezze nel suo profilo melodico attraverso la dialettica delle due mani (con note che risuonano e come «respirano»), il successivo trio (con flauto e contrabbasso) Maraba cristallizza in modo esemplare e sintetico alcuni moduli sonori e mood della musica dell’artista sudafricano.

Sono straordinari Reprise 1 per piano solo con il suo continuo «ricercare» seguito dall’innodico (in trio) Water from An Ancient Wall, Reprise 2 che è pura creazione in tempo reale.

Nei quasi tre minuti finali (il bis) di Trance-Mission Abdullah Ibrahim intona con la sola voce una melodia che narra della schiavitù, e «l’aquila nera dalle ali spezzate canta». Da mozzare il fiato.

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