Abdeslam in Francia «entro tre mesi»
Attentati di Parigi L'uomo che ha svolto un "ruolo centrale" nel massacro del 13 novembre rifiuta l'estradizione, ma la Procura conta sulla procedura del mandato d'arresto europeo e sull’"incompetenza a giudicare" della magistratura belga . Interpol chiede agli stati "vigilanza assoluta" per il rischio di "fughe possibili" di complici
Attentati di Parigi L'uomo che ha svolto un "ruolo centrale" nel massacro del 13 novembre rifiuta l'estradizione, ma la Procura conta sulla procedura del mandato d'arresto europeo e sull’"incompetenza a giudicare" della magistratura belga . Interpol chiede agli stati "vigilanza assoluta" per il rischio di "fughe possibili" di complici
Salah Abdeslam sarà in Francia al massimo tra tre mesi. A sostenerlo è il Procuratore della Repubblica di Parigi, François Molens. Secondo il suo avvocato, Sven Mary – socio di uno dei più grandi studi del Belgio – Salah Abdeslam «collabora con la giustizia belga» e ha ammmesso che il 13 novembre «era a Parigi». Ma, ha aggiunto, «posso assicurarvi che rifiuterà l’estradizione in Francia», richiesta ieri. Abdeslam è stato arrestato nell’ambito del mandato d’arresto europeo, che prevede la possibilità di presentare contestazioni “tecniche” all’estradizione. La giustizia belga può però “consegnare” l’arrestato alla Francia, dichiarandosi incompetente a giudicarlo. È una procedura più lunga, che potrebbe prendere «al massimo tre mesi».
Abdeslam si trova attualmente nel carcere di Bruges, dove è recluso anche Mehdi Nemmouche, il terrorista francese accusato dell’attentato al Museo ebraico di Bruxelles del 24 maggio 2014, poi arrestato in Francia e dunque estradato in Belgio. Devrà comparire di fronte al giudice mercoledì prossimo.
Molens ha affermato che il suo arresto «è un sollievo per tutti» e che c’è stata stretta collaborazione tra le autorità francesi e quelle belghe. Per Molens, Salah Abdeslam ha avuto «un ruolo centrale nella costituzione del commando» degli attentati del 13 novembre e nell’organizzazione della «logistica», tra cui contatti e aiuti di vario tipo a vari complici (uno ha attraversato i confini Italia-Grecia con il suo concorso). «Quella sera aveva intenzione di farsi esplodere allo Stade de France – ha precisato Molens – ma poi ha fatto marcia indietro».
Ieri mattina all’Eliseo c’è stato un consiglio di difesa, per fare il punto dopo gli arresti a Molenbeek della vigilia. Sempre ieri, Interpol ha allertato i governi, incitandoli a «una vigilanza assoluta delle frontiere» anche all’interno dello spazio Schengen, perché «una fuga possibile di complici» non è esclusa (tre persone sono state arrestate a Molenbeek venerdì, ma almeno altre due sono in fuga.
Il ministro degli Interni, Bernard Cazeneuve, ha affermato che con l’arresto della decima persona legata agli attentati del 13 novembre, che hanno provocato 130 morti a Parigi e Saint-Denis, è stato «dato un colpo importante all’organizzazione terroristica di Daesh in Europa», ma «il livello di minaccia resta estremamente elevato». Stessa riflessione da parte del primo ministro, Manuel Valls, che ha parlato di «tappa importante nella lotta contro il terrorismo». Salah Abdeslam «dovrà rispondere dei suoi atti di fronte alla giustizia francese», ha detto Cazeneuve, che per sfatare voci che si erano fatte sempre più insistenti in questi mesi ha affermato che gli arresti di Molenbeek sono il frutto della «buona cooperazione tra servizi belgi e francesi». Cazeneuve ha ricordato che «dall’inizio dell’anno, in Francia 74 individui con connessioni con il terrorismo sono stati fermati, 37 incriminati, 28 sono in carcere. Sono risultati significativi, ma che non segnano la fine della lotta che conduciamo senza sosta».
Domani François Hollande riceverà all’Eliseo l’associazione che rappresenta le famiglie delle vittime della strage parigina del 13 novembre scorso.
Nel frattempo il Belgio isi interroga su se stesso. Salah Abdeslam ha trovato rifugio a Molenbeek, dove vivono i genitori e dove, secondo il ministro degli Esteri belga, Didier Reynders, ha ricevuto «il sostegno della famiglia, di amici e anche di reti criminali», che gli ha permesso di sfuggire alla cattura per 126 giorni dopo gli attentati di Parigi.
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