Abc, a lezione di glamour con Martin Fry
Note sparse Una tripla raccolta per il meglio della band anni '80: dal capolavoro con Trevor Horn ai lavori più recenti
Note sparse Una tripla raccolta per il meglio della band anni '80: dal capolavoro con Trevor Horn ai lavori più recenti
I Vice Versa sono una formazione sperimentale di Sheffield il cui sound si situa tra Human League e Cabaret Voltaire. L’incontro con l’affascinante manchesteriano Martin Fry ne muta profondamente le prospettive, finché i synth non sono relegati in seconda linea e lo stesso Fry non ne diventa il vocalist. Mutato il nome in ABC, seguendo i sogni visionari di rifondazione disco-funk del cantante, la band realizza nell’82, dopo un paio di fortunati singoli, l’album-capolavoro The Lexicon Of Love. Come produttore, dopo varie peripezie, viene scelto Trevor Horn, che non ha ancora raggiunto la fama di cui godrà in seguito. Horn è coadiuvato alle orchestrazioni dalla futura Art Of Noise Anne Dudley.
L’OPERA, che conosce un enorme successo mondiale, consiste di una serie di mirabili canzoni quasi scolpite nella loro eleganza e perfezione, con la voce di Fry che appare tanto costruita quanto travolgente, mentre gli arrangiamenti stratificati risultano deliziosi, Le liriche, vere acrobazie letterarie sui temi dell’amore e dell’abbandono, sono ricercate ma allo stesso tempo volutamente ingenue e colme di nonsense. Il secondo lp, Beauty Stab, per cui la band ha dovuto fare a meno di Horn, impegnato con gli Yes, è uno dei più grandi fallimenti della storia del pop, tra rock chitarristico e un pop sofisticato di scarsa ispirazione. Salva temporaneamente la situazione il seguente ottimo How To Be A… Zillionaire! (’85), che sembra voler tornare alle atmosfere del disco d’esordio.
Successivamente l’ensemble, i cui cambi di formazione porteranno Fry a essere il solo componente originale, sfornerà, anche con lunghe pause, un certo numero di album sulla medesima lunghezza d’onda, tra cui si distinguono Abracadabra (’91), che cerca di coniugare le nuove tendenze house con il Philly soul, e il semielettronico Skyscraping (’97), con la collaborazione di Glenn Gregory degli Heaven 17. The Lexicon Of Love II (2016), che registra il ritorno di Anne Dudley, non è una semplice operazione-nostalgia, perché nonostante gli arrangiamenti spesso sontuosi, inanella una sequenza di brani più asciutti e malinconici del glorioso predecessore, ed è forse il più riuscito album degli ABC dai tempi di quell’esordio. La compilation in triplo cd uscita per la serie «Essential» dell’UMC, può essere ideale per approcciare un gruppo dalla produzione così discontinua.
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