Chissà che cosa avrebbe da dire l’ineffabile Fredric Wertham sugli attuali scenari del fumetto a stelle e strisce. Lui, psichiatra un po’ tocco, morì convinto che sceneggiatori e disegnatori fossero cattivi maestri votati a corrompere la meglio gioventù a colpi di vignette. Un delirio maccartista: ma intanto, l’uscita del suo saggio Seduction of the Innocent (1952) è il pilastro del più devastante psicodramma collettivo dell’industria dei comic book, con gli editori più estremi in bancarotta e gli altri incatenati al bollino di garanzia della «Comics Code Authority». A FARNE le spese, i lettori, fin lì esposti a influssi negativi tutti...