A Washington primo via libera alla riforma fiscale
Stati uniti La camera ha approvato il proprio disegno di legge che taglia 1.500 miliardi di dollari di tasse, soprattutto alle grandi corporation. 13 defezioni repubblicane. E al senato la situazione per Trump è ancora più fragile
Stati uniti La camera ha approvato il proprio disegno di legge che taglia 1.500 miliardi di dollari di tasse, soprattutto alle grandi corporation. 13 defezioni repubblicane. E al senato la situazione per Trump è ancora più fragile
La Camera ha approvato la sua versione della riforma fiscale che comprende un taglio delle tasse per 1,5 trilioni di dollari, avvicinando i repubblicani al al compimento del primo risultato legislativo dell’amministrazione Trump a più di un anno dalle elezioni.
Il disegno di legge della Camera riduce l’aliquota dell’imposta sulle società dal 35% al 20% ed elimina le detrazioni per le imposte statali e locali.
Nessun democratico ha votato a sostegno della riforma fiscale e ci sono state 13 defezioni tra le file dei repubblicani, preoccupati dell’impatto che la cancellazione delle detrazioni avrà su i singoli cittadini che risiedono in Stati ad alta pressione fiscale.
L’approvazione è arrivata due settimane dopo la presentazione del disegno di legge, senza un’udienza né sulla legislazione – lunga oltre 400 pagine -, né sulle obiezioni dei democratici e dei 13 repubblicani.
L’attenzione si sposta ora al Senato, dove i repubblicani stanno rapidamente procedendo con la loro scrittura della revisione fiscale, che differisce in modo sostanziale dal disegno di legge della Camera.
La capacità di attuare la riforma fiscale deve quindi ancora affrontare ostacoli significativi, come la fragilità del gruppo repubblicano al senato, che può permettersi al massimo due defezioni per ottenere il via libera.
Senza contare le differenze non banali tra i due disegni di legge, vero ostacolo viste le diverse priorità dei legislatori delle due camere.
Per fare solo un esempio, il disegno di legge del Senato rende solo temporanei i tagli alle imposte sul reddito e ritarda di un anno l’attuazione del taglio dell’imposta sulle società.
Complessivamente, come era prevedibile, la riforma fiscale di Trump non è un favore alla classe media e bassa, e contiene un cavallo di Troia normativo per cercare di annullare l’odiato Obamacare.
La riforma difatti comprende l’abrogazione della clausola dell’Affordable Care Act che sanziona chi non ha un’assicurazione sanitaria, rendendo così discrezionale la copertura nella speranza che in questo modo gli americani smettano di farvi ricorso, facendo risparmiare al governo le sovvenzioni del Medicare per i più poveri.
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