«A Valsamoggia grazie alla S.3 la transizione è pratica politica»
In Valsamoggia, comune del bolognese di 30mila abitanti, il Consiglio comunale ha da poco deciso di costituire un tavolo per l’emergenza climatica, di cui fanno parte consiglieri locali e rappresentanti […]
In Valsamoggia, comune del bolognese di 30mila abitanti, il Consiglio comunale ha da poco deciso di costituire un tavolo per l’emergenza climatica, di cui fanno parte consiglieri locali e rappresentanti […]
In Valsamoggia, comune del bolognese di 30mila abitanti, il Consiglio comunale ha da poco deciso di costituire un tavolo per l’emergenza climatica, di cui fanno parte consiglieri locali e rappresentanti di tutte le forze politiche e opera applicando la Sociocrazia 3.0. Abbiamo intervistato Christian Soverini, assessore all’Ambiente e alla Transizione Energetica.
Da dove arriva la scelta di istituire un Tavolo sull’emergenza climatica che utilizzi la S3 come modello di governance?
Non volevamo che la «Dichiarazione di Emergenza Climatica» del nostro Comune rimanesse un puro atto formale senza conseguenze. Allo stesso tempo sapevamo che trattare questi temi all’interno dello spazio della consueta democrazia rappresentativa, con il gioco delle parti tra maggioranza e minoranza, non è un modo efficace di affrontare problemi così importanti. A Valsamoggia abbiamo sperimentato il metodo S3 negli anni scorsi partecipando come Comune Pilota al progetto internazionale Municipalities in Transition. La mia collega assessore Federica Govoni l’ha praticata attivamente per oltre un anno all’interno di quel percorso, il nostro Sindaco e alcuni degli attuali consiglieri la conoscono e nella comunità c’è un’esperienza storica di 10 anni di lavoro e idee attorno al tema della transizione ecologica, da qui l’idea di far lavorare il tavolo con quella metodologia nella speranza di ottenere risultati concreti e decisioni di grande qualità.
L’esperimento è partito da poco: si notano già delle differenze nelle dinamiche interne rispetto al consiglio comunale? E nella capacità di «decision making»?
È presto per dirlo, ma uno dei primi provvedimenti presi in considerazione al Tavolo è stato un Odg presentato da uno dei partiti di minoranza riguardante la gestione dei rifiuti plastici. In un rapido passaggio in S3 l’Odg è diventato un documento condiviso, che verrà sostenuto e realizzato nelle sue componenti operative da tutte le forze rappresentate in Consiglio. È un inizio molto incoraggiante direi. Una delle caratteristiche di questo metodo è quella di essere focalizzato sul senso e sulla qualità di ciò che si decide. Non lascia grandi spazi alle perdite di tempo, agli sterili giochi di potere, ai conflitti personali o di fazione. Si va al sodo e si lavora per arrivare sempre al miglior risultato possibile. Non è poco e anche se siamo all’inizio già si vede. (andrea degl’innocenti)
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