Politica

A Trieste Salvini e Orbán in viaggio d’affari sul porto e sul «Muro»

A Trieste Salvini e Orbán in viaggio d’affari sul porto e sul «Muro»Matteo Salvini con Viktor Orbán

La protesta Oggi la città multietnica e solidale scende in piazza contro la barriera di filo spinato al confine con la Slovenia

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 5 luglio 2019

Oggi a Trieste la presenza del ministro degli Interni sarà pacificamente contestata con alcune iniziative promosse dallo schieramento democratico e progressista che non ha mancato nei giorni scorsi di far sentire la propria voce contro la delirante proposta della Lega, ribadita ieri nell’ incontro di Salvini con Fedriga al Viminale, di erigere barriere con filo spinato per oltre 300 km tra Italia e Slovenia per impedire l’accoglienza ai migranti che cercano di sottrarsi ai campi di detenzione in Grecia o in Turchia.

A Trieste oltre alle componenti originarie della città antica (italiana , slovena , ebraica, greca ,austriaca e tedesca) vivono oltre 23 comunità etniche , quasi 20 mila residenti regolari che fanno della città adriatica uno spazio multietnico e multiculturale , mediterraneo e mitteleuropeo di convivenza e solidarietà. È contro questa realtà che il neo-nazionalismo leghista vuole intraprendere una crociata. Con l’ alibi dell’ «invasione» e della difesa dei confini , in sintonia col nazionalismo di Putin e Orbán – con cui Salvini si incontrerà oggi a Trieste. Comunque la Slovenia ha fatto intendere di non ravvisare tale «emergenza» e forse la Lega non andrà oltre il potenziamento , anche tecnologico – con l’ utilizzo di droni – della sorveglianza. L’idea, nemmeno tanto nascosta, è quella del ritorno alle piccole patrie, anche se il loro antieuropeismo è sempre più incoerente poiché condizionato dalle politiche neoliberiste che non sanno né intendono superare . Viktor Orbán, che pure ha eretto barriere di filo spinato a lamette con la Serbia e non accetta di accogliere i migranti, viene però a Trieste proprio a siglare un contratto di apertura al commercio (pecunia non olet) che riguarda la futura presenza dell’ Ungheria all’ interno della realtà portuale triestina. In conseguenza dell’ Accordo Italia-Cina siglato a Roma il 23 marzo infatti, molte aziende europee hanno cominciato a guardare alle nuove opportunità offerte dalla «Via della Seta» cinese e dunque solo in un’ ottica di apertura al futuro ed allo sviluppo si possono affrontare questioni epocali come migrazioni, tutela ambientale globale, mutazione digitale del lavoro. La Trieste democratica lo sa, Orbán lo intuisce intanto i leghisti preferiscono propagandare l’ideologia e la pratica dell’ intolleranza e della repressione, alimentando paure e pregiudizi. Ma c’è chi, la Trieste solidale e multietnica, oggi dirà di no.

Dalle ore 10 alle ore 12 una manifestazione con presidio si svolgerà in Piazza Libertà , organizzata da Taaa (Trieste Antifascista Antirazzista Antisessista) e poi al Knulp di via Madonna del Mare 7/a verrà presentato l’ appello «No Wall-No Muri» lanciato dall’ Associazione “Porto Futuro” di Monfalcone con le adesioni del circolo del Manifesto di Trieste , Libera, Circolo “Modotti”,Mediterranea Saving Humans cui parteciperà l’on Serena Pellegrino; dalle ore 17 alle 19 in Piazza della Borsa , luogo in cui il sindaco Dipiazza vorrebbe posizionare la statua di D’ Annunzio, riprenderà il presidio di Taaa con interventi musicali e momenti di dibattito aperto ai presenti. Alle ore 18 al valico triestino di Rabuiese è prevista una manifestazione con Cgil e sindacati sloveni, per rafforzare i rapporti fraterni e di buona vicinanza con la Slovenia. Nel frattempo i 200 operatori dell’ Ics( Consorzio Italiano di solidarietà) hanno inviato una lettera al prefetto della città Valenti per avere certezze sul loro futuro dato che col taglio delle risorse operato dal governo tutto il settore dell’ accoglienza e dell’integrazione verrebbe smobilitato con pesanti ricadute sociali e disagi per tutta la cittadinanza.

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