A Torino, le «Anomalie» di sognare un futuro possibile
INCONTRI Un report sull'evento appena conclusosi e a cui hanno aderito aule autogestite, teatri occupati, progetti di produzione culturale
INCONTRI Un report sull'evento appena conclusosi e a cui hanno aderito aule autogestite, teatri occupati, progetti di produzione culturale
«Smettila di lavorare, vai a sognare!»: questo lo slogan circolante sui social network per il lancio di «Anomalie», tre giorni di dibattiti organizzata a Torino dalla Cavallerizza Irreale e appena conclusasi. Una chiamata a progetti di produzione culturale e politica, per confrontarsi ed elaborare strategie, alla quale hanno risposto spazi sociali, teatri occupati e aule autogestite di varie città italiane tra cui Milano, Napoli, Pisa e Bologna, quest’ultima carica di un inizio autunno caldo grazie al corteo per il sostegno a Làbas.
Tra i partecipanti anche CTRL, nascente cooperativa di piattaforma che propone la disintermediazione della filiera musicale e l’adozione di un sistema di distribuzione sostenibile basato su licenze Creative Commons.
IL WEEKEND ha visto il susseguirsi di tavoli di discussione su gestione dei beni comuni e produzione culturale, alternati da musica e performance teatrali.
Nella giornata di sabato, la più ricca di discussione, i vari spazi si sono presentati, confrontandosi sui metodi di gestione, i tipi di finanziamento e l’eventuale elaborazione sull’autoreddito, confrontando nero su bianco le possibilità oggi messe in campo per tenere vivi gli spazi nonostante le dilaganti politiche repressive e l’impoverimento degli spazi urbani.
È nel pomeriggio che la discussione è stata più accesa, in uno stimolante tavolo sulle produzioni culturali che ha sollevato questioni anche spinose ma più che mai necessarie, se si vuole intravedere negli spazi di co-produzione una possibile risposta alla precarizzazione del lavoro artistico e cognitivo.
Teatranti, musicisti, illustratori ma anche fumettisti e sviluppatori software si trovano ingabbiati in forme di sfruttamento e individualizzazione che agiscono secondo pattern ricorrenti, portando agli stessi risultati di frammentazione della comunità creativa. Oltre a ciò, la mancanza di un sistema che sappia riconoscere e ricompensare il lavoro vivo all’interno dei circuiti di produzione dal basso finisce per offrire spazio di cattura da parte delle grosse filiere, nelle quali vigono meccanismi di sfruttamento e speculazione.
DATE QUESTE PREMESSE è comprensibile che negli ultimi anni, in vari ambienti quali festival letterari o del fumetto, così come negli ambienti teatrali e musicali, sia emerso un acceso dibattito sul reddito dal basso. Un lungo percorso che parte dal riconoscere che del deserto dell’attuale, spazi come quelli presenti ad Anomalie sono miniere di cultura e saperi, e che prosegue nello studiare le filiere del lavoro immateriale per riconquistarle, inventando nuove monete ed economie, sindacalizzando le forze della produzione digitale, organizzando festival e soprattutto stando insieme, perchè l’aggregazione e il confronto interdisciplinare restano la migliore risposta politica alla catena di montaggio diffusa.
UN DIBATTITO ancora lungo da sviscerare e pieno di nodi non risolti, che in questo pomeriggio i partecipanti hanno solo aperto, promettendosi di proseguirlo ed approfondirlo dandosi appuntamento ad altri eventi, come la settimana di fine settembre a Pisa per i 5 anni di occupazione del Teatro Rossi Aperto e il festival del fumetto indipendente BordaFest di Lucca, a novembre.
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