Nemmeno l’arrivo del campionato di calcio – anticamente divertimento popolare, rinfrescante e gioiosa pausa dalle preoccupazioni quotidiane, rumorosa caciara collettiva – riesce a bucare la plumbea cappa di clientelismo, incapacità e trucidume che avvolge il calcio italiano di questi anni dieci . Andato in vacanza a maggio con la dimostrazione d’impotenza delle forze dell’ordine nella finale di Coppa Italia (che ha provocato la morte del tifoso napoletano Ciro Esposito, in circostanze tuttora mai chiarite, come accaduto già sette anni fa all’ispettore di polizia Filippo Raciti, ucciso prima di un derby Catania-Palermo), poi la fallimentare spedizione della Nazionale al Mondiale brasiliano,...