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A Siena il centrosinistra trema ma ce la fa

A Siena il centrosinistra trema ma ce la fa

Il democrat Bruno Valentini corona un sogno, era primo cittadino della piccola Monteriggioni e ora è il nuovo sindaco di Siena. Ma la rimonta del cardiochirurgo «civico» Eugenio Neri nel […]

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 11 giugno 2013

Il democrat Bruno Valentini corona un sogno, era primo cittadino della piccola Monteriggioni e ora è il nuovo sindaco di Siena. Ma la rimonta del cardiochirurgo «civico» Eugenio Neri nel turno di ballottaggio fa capire che sotto la Torre del Mangia la discussione sul futuro del Monte dei Paschi sarà, se possibile, ancora più calda di quanto lo sia stata in questi ultimi mesi. Finisce 52 a 48, alla fine del primo turno Valentini aveva il 39,5% e Neri il 23,5%. «Una partita in discesa», aveva incautamente profetizzato il funzionario Mps. Quando però lo scrutinio delle prime dieci sezioni (su 50) ha portato a un risultato di parità o quasi, alcune certezze si sono incrinate.

Certo, il cipiglio del renziano dichiarato Valentini nei confronti del suo partito è rimasto lo stesso: «Se non ci fossi stato io, il centrosinistra avrebbe perso questa città». Ma il messaggio lanciato alla Fondazione Mps e al suo presidente Gabriello Mancini – entrambi in scadenza di mandato – alla vigilia di possibili sommovimenti che potrebbero cancellare la pur residua «senesità» di Rocca Salimbeni, è sufficientemente chiaro: «L’attuale deputazione non ha l’autorevolezza per dare indicazioni alla banca. Quindi bisogna far calmare le acque e dare tranquillità. Da qui a fine luglio, quando scadrà il mandato, non deve essere presa nessuna decisione sulle grandi strategie del Monte dei Paschi». Soprattutto quella sull’abolizione del limite statutario del 4% per gli azionisti della banca che non siano la Fondazione, espressione degli enti locali senesi, oppure il Tesoro italiano.

Ancora più esplicito lo sconfitto Eugenio Neri, candidato trasversale per il quale il Pdl aveva sacrificato il simbolo: «Dobbiamo far capire a tutta Italia che Siena è una città di persone perbene, che ha avuto servitori poco fedeli ma che ha le risorse per risollevarsi, per mantenere la sua senesità senza farsi fare gli affari dal presidente del Monte dei Paschi, Alessandro Profumo». Guarda caso, fra i principali (ma non l’unico) sponsor dell’abolizione del vincolo del 4%, ritenuto necessario per attirare capitali. Senza dover seguire la strada, molto politica e abbastanza in salita ma apprezzata da molti senesi anche di sinistra, di una parziale e magari temporanea nazionalizzazione della banca». Neri ha colto questo umore, e per poco non è riuscito nell’impresa di ribaltare il pronostico: «La ‘remuntada’ era quasi riuscita – ha commentato riconoscendo la vittoria di Valentini – purtroppo ci sono 20mila senesi che non hanno votato, e in questi casi la responsabilità è di chi perde».

Sull’astensione però perdono tutti, non solo Neri: al ballottaggio di Siena hanno votato solo 24.121 elettori, il 55% degli aventi diritto. Il calo rispetto al primo turno è stato di oltre 13 punti,visto che quindici giorni fa avevano infatti votato in 30mila, il 68,4%. Quanto al futuro, Neri dice di non credere a larghe intese nella città del Palio. Poi però osserva malizioso che, se Valentini dovesse avviare una difesa della senesità del Monte dei Paschi, forse potrebbe ripensarci. Staremo a vedere.

In Toscana si votava al ballottaggio anche a Viareggio. Qui ha stravinto Leonardo Betti, 39 anni, avvocato, che con un centrosinistra compatto e «unionista» ha preso il 71,4%, mentre l’avversario Antonio Cima si è fermato al 28,5%. Con questa vittoria, dopo molti anni tutta la Versilia è tornata in mano al centrosinistra. «Sono consapevole che di cose da fare ce ne sono molte – ha commentato a caldo Betti – specialmente sul sociale che è una delle cose a cui tengo di più». Anche perché ad attenderlo in comune c’era subito, fra gli altri, una delegazione di sfrattati e di famiglie in attesa di una casa.

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