A Roma la fiera della guerra, i bambini giocano con le mine
Al Circo Massimo Inaugurato il Villaggio Difesa: 60mila metri quadri per un appalto da 600 mila euro. Paracadutisti della Folgore illustrano le tecniche di combattimento ai ragazzi
Al Circo Massimo Inaugurato il Villaggio Difesa: 60mila metri quadri per un appalto da 600 mila euro. Paracadutisti della Folgore illustrano le tecniche di combattimento ai ragazzi
Liturgie militari, inno nazionale, alzabandiera e frecce tricolori. Era questo il clima in cui è stato inaugurato ieri a Roma il Villaggio Difesa, maxi allestimento di 60mila metri quadri voluto dal ministro Guido Crosetto al Circo Massimo, per celebrare il 4 novembre. Un investimento importante (bando da 600mila euro) con l’obiettivo di restituire lustro alla giornata che ricorda l’armistizio con cui si concluse la Prima guerra mondiale. Nel 2018, ancora all’opposizione, l’attuale premier la propose per superare le «troppo divisive» giornate del 25 aprile e del 2 giugno. Il 4 novembre, per legge, è tornato a essere festa nazionale con la denominazione di «Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate». E la si celebra in pompa magna: l’ultima volta che alle forze armate era stata riservata un’esposizione così grande era il 2008, primo ministro Berlusconi, ministro della difesa La Russa.
CERIMONIA UFFICIALE, parola al Capo di Stato maggiore della Difesa, Luciano Portolano: «La sicurezza è come l’aria, ci si accorge che manca solo quando non c’è». Eppure Piero Calamandrei la disse un po’ diversamente. Portolano ha difeso gli investimenti in difesa, che il prossimo anno sfonderanno il muro dei 30 miliardi con un incremento di oltre due miliardi, mai così alto nella storia della Repubblica. Soldi che, ha sostenuto il generale, «non sono un ostacolo, non sottraggono risorse ad altri settori, ma sono fonte di progresso economico». E il ministro Crosetto: «Il villaggio serve a costruire una cultura della difesa. Le forze armate sono il nostro principale presidio di libertà e democrazia. Il presupposto della pace sono la forza e la deterrenza».
UNO DEI PRINCIPALI obiettivi è avvicinare le giovani generazioni alle forze armate: per le scolaresche il villaggio non ha aperto ieri. Dal 28 al 31 ottobre, come riportato dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, era visitabile dagli studenti degli istituti di Roma per partecipare a conferenze tenute da un gruppo interforze su «tematiche di educazione civica». Ieri però la scena era tutta monopolizzata dal «lunapark difesa». Dopo l’atterraggio di due paracadutisti al centro della stella azzurra simbolo delle forze armate, la folla ha iniziato la visita. Soprattutto famiglie con figli al seguito, molti giovani, parenti di forze dell’ordine, qualche turista che si aggirava incuriosito dal gigantismo della manifestazione. A prevalere è la dimensione rassicurante del gioco.
ALLO STAND della Cubic, una compagnia che si occupa di sviluppare sistemi di addestramento militari, ci si può esercitare a sparare in uno scenario che ricorda i videogiochi di guerra. Poco più avanti gli addestratori paracadutisti della Folgore illustrano le tecniche del metodo di combattimento militare. Una specialità tutta italiana, raccontano, uno stile che però non va confuso con le arti marziali perché «ha altri scopi». Con loro, bambini e ragazzi possono provare delle combinazioni di colpi e maneggiare alcuni strumenti di addestramento. Incredibilmente riservato ai più piccoli un veloce addestramento su come bonificare una zona da mine antiuomo: una zona sabbiosa, come quelle dei parchi giochi, dove militari insegnano a utilizzare radar per individuare gli ordigni. Che sono di tanti tipi diversi: iugoslavi, sovietici, americani, ovviamente anche italiani. Ordigni che fanno saltare in aria bambini di altre parti del mondo. E poi mezzi blindati da visitare e fotografare; mancano i cingolati solo perché trasportarli sarebbe stato complicato. Accanto al Superav Iveco, mezzo anfibio in dotazione alla Marina, due ragazzi discutono se sia meglio montarci un 30 millimetri, come si fa attualmente, o un 50, «come hanno iniziato a fare gli americani». Ancora qualche simulatore: si va dall’elicottero della Guardia di Finanza, alle frecce tricolori a un mezzo della Marina da condurre nella baia di San Francisco. Agli stand espositivi non solo corpi dell’esercito ma anche industrie belliche.
PRESENTE LEONARDO, con le sue articolazioni. Sotto la tenda della Larimart, una controllata, si vede il funzionamento di un sistema antidrone, che ci informano è installato in venti carceri italiane. C’è MBDA, il principale consorzio europeo costruttore di missili, che sfoggia le nuove tecnologie che presto saranno in dotazione anche all’esercito italiano. Non mancano i punti ristoro, brandizzati patriotticamente come «sosta tricolore». Alle cinque della sera la giornata si conclude con l’ammainabandiera, che ammanta nuovamente la zona di una solennità cerimoniale. Le persone abbandonano l’area, riaprirà ogni giorno fino a lunedì. L’affluenza è alta, battaglia vinta per Crosetto. I bambini possono essere indottrinati alla guerra un altro po’.
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