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A Ravello, da Chopin a Wagner

A Ravello, da Chopin  a WagnerKent Nagano

Improvvisi Un programma che conferma l'interesse della manifestazione italiana per i diversi generi musicali

Pubblicato più di un anno faEdizione del 16 luglio 2023

Un concerto dell’Orchestra Sinfonica della Radio di Vienna, con a capo il direttore pietroburghese Andrey Boreyko – com’è tradizione, interamente dedicato a musiche di Wagner – ha inaugurato lo scorso 2 luglio il Festival di Ravello, diretto da Alessio Vlad. I giardini di Klingsor Wagner se li vide prefigurati nelle terrazze di Ravello, così come aveva individuato nel Duomo di Siena il palazzo del Graal, e in Sicilia le insidie sensuali del Divieto d’amore. La preistoria e la storia del teatro wagneriano vivono continuamente in tensione fra attrazione e repulsione per il Sud sensuale e corruttore. Il Venusberg che insidia Tannhäuser e la corrotta Roma dei Wälsche (in realtà svizzeri) che lo condanna. Un cantore di Norimberga ristabilirà, almeno provvisoriamente, l’equilibrio della tradizione unita alle sfide dell’innovazione. Ma siamo lontani dal connubio di Faust ed Elena, Wagner non è Goethe, e un Divano insieme Occidentale e Orientale non sarebbe mai uscito dalla sua penna. Dal 21 al 29 luglio, la settimana del jazz conferma l’interesse della manifestazione italiana per i diversi generi musicali. Ma è nel mese di agosto che sono annunciate le apparizioni più interessanti: molto al di là del nome di Wagner, come del resto a lui stesso sarebbe piaciuto, essendo stato promotore di una musica rinnovata dalle fondamenta, proprio per continuare l’apertura al nuovo dei più grandi compositori della tradizione, quella tedesca, naturalmente: Beethoven, Schumann e si dovrebbe aggiungere Mendelssohn, al quale Wagner deve più di quanto confessa. Anche Chopin dovrebbe figurare tra le fonti imprescindibili della musica dell’avvenire: basterebbe il preludio in mi maggiore dell’op. 28, visionaria prefigurazione dell’ouverture del Tannhäuser, ma forse di qualità musicale assai superiore.

Chi sa che la prefigurazione non sia stata, in realtà, da parte di Wagner, un prestito. Dal 4 al 6 agosto i pianisti Elia Cecino, Alessandro Taverna, Andrea Lucchesini, Gabriele Strata, Leonora Armellini, Benedetto Lupo, Pietro De Maria, Alessandro Villalva, e Claudio Berra si esibiranno in una maratona Chopin, nella quale sarà possibile ascoltare tutta l’opera pianistica del compositore polacco, escluse le pagine in cui intervengono l’orchestra e altri strumenti. Il culmine o, almeno il momento più intrigante del Festival di Ravello sarà – il 20 agosto – l’esecuzione in forma di concerto dell’Oro del Reno, la prima giornata, o prologo, dell’Anello del Nibelungo, tetralogia dedicata alla saga che vede la nascita e la distruzione del Valhalla, il trionfo e il crepuscolo degli dei nordici. Kent Nagano dirigerà la Dresdner Festspielorchester § Concerto Köln, l’allestimento è in collaborazione con il Festival di Lucerna 2023 e la novità è che l’orchestra adopera strumenti originali o costruiti sul modello degli strumenti d’epoca. Il fascino verrà dunque dall’ascoltare il suono, probabilmente fedele a quello immaginato da Wagner. Resta un dubbio circa l’ossessiva ricerca di autenticità da parte di un’epoca come la nostra tra le più inautentiche mai viste.

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