Italia

A Pontida non c’è posto. Le Fs sfrattano il meeting anti Lega

Festival dell'orgoglio antirazzista e migrante Le Ferrovie dello Stato, proprietarie del pratone adiacente alla location leghista, non concedono l'uso dello spazio

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 20 aprile 2017

Niente pratone di Pontida per il Festival dell’Orgoglio antirazzista e migrante di sabato prossimo. Adiacente alla location delle riunioni leghiste, lo spiazzo è di proprietà di Ferrovie dello Stato: gli organizzatori – il laboratorio Insurgencia di Napoli – ha inoltrato la richiesta a Rfi il sei aprile, da oltre dieci giorni è in corso un’interlocuzione con il comune di Pontida e le prefetture di Milano e Bergamo per organizzare la manifestazione, che prevede dibattiti e i live di Tonino Carotone, Eugenio Bennato, 99 Posse, Valerio Jovine. Martedì Rfi ha inviato un fax liquidando la richiesta in poche righe: «Siamo spiacenti di comunicare che l’autorizzazione non può essere concessa», nessuna spiegazione fornita. Ieri pomeriggio il comunicato: «La scelta è in linea con la policy aziendale, che non prevede l’uso degli spazi per lo svolgimento di tale tipologia di manifestazioni. Tutte le ulteriori speculazioni sono destituite di fondamento». Ma gli organizzatori ribattono: «Alla Lega però lo concedono come parcheggio dei pullman quando fanno il raduno delle camicie verdi».

La scorsa settimana il sindaco leghista, Luigi Carozzi, aveva emesso un’ordinanza urgente per imporre il coprifuoco il 22 aprile chiudendo il centro storico, le scuole, gli uffici postali e comunali, i negozi, il cimitero e l’isola ecologica. Motivo: «L’insorgere potenziale di episodi criminosi». Così le prefetture hanno imposto agli organizzatori il fitto di bagni chimici. Superato ogni ostacolo, si attendeva un’esito positivo ma ieri la discussione è tornata alla casella di partenza. «Non voglio credere che a Pontida, dove c’è tanta gente di cultura, non si voglia consentire di fare un concerto» il commento ironico del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.

Il ministero dell’Interno per ora non commenta, eppure fu Marco Minniti che impose alla prefettura partenopea di requisire la Mostra d’Oltremare per il comizio di Matteo Salvini dell’11 marzo. «Siamo sicuri che ci siano state delle pressioni da parte della Lega Nord – ha spiegato ieri Egidio Giordano, di Insurgencia -. La manifestazione si terrà lo stesso: la venuta di Salvini a Napoli è stata imposta da Minniti, mentre si vorrebbe impedire agli antirazzisti di tenere un concerto».

Il raduno sul pratone così potrebbe trasformarsi in una street parade con i musicisti pronti a suonare su camion itineranti. Partiranno pullman da Napoli e Benevento e ancora bus e treni speciali da Calabria, Sicilia, Puglia, Marche, Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Piemonte, Trentino, Lombardia, Friuli. È previsto anche un torneo di calcio, la No borders cup, promosso da trenta squadre multietniche e antirazziste di tutta Italia.

«Mi sembra si tratti di una lesione del diritto costituzionale a manifestare pacificamente – commenta il senatore di SI, Peppe De Cristofaro -. Presenterò un’interrogazione al ministro Minniti sulla vicenda». Aderisce al festival il Prc: «Mentre Salvini può propagandare l’odio razziale, chi lo critica non ha diritto di parola – sottolinea il segretario nazionale, Maurizio Acerbo -. A Napoli Minniti è intervenuto pesantemente, e il Pd ha sfruttato l’occasione per organizzare una campagna politica contro il sindaco, ma a Pontida fa finta di non accorgersi di quanto accade. Salvini crea un clima sociale che poi Minniti traduce nei decreti, la Lega fa un’opposizione funzionale al Pd».

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