Lavoro

A Genova vince la Fiom: Mittal costretta a ritirare sospensioni e licenziamento

A Genova vince la Fiom: Mittal costretta a ritirare sospensioni e licenziamentoIl corteo della Fiom a Genova – Foto Ansa

Ex Ilva Tensione davanti alla prefettura: poi i poliziotti si tolgono i caschi applauditi dagli operai. Domani tavolo a Roma

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 12 novembre 2020

Volevano il ritiro di licenziamenti e sospensioni e, tranne due, sono arrivati. Volevano una risposta dal governo e hanno ottenuto un tavolo per domani. La protesta dei lavoratori Arcelor Mittal di Cornigliano ha riempito Genova con un corteo partecipato nonostante il momento e le mascherine (ben indossate).
Il licenziamento di tre iscritti Fiom (due accusati dall’azienda di aver attrezzato una sala-refettorio in uno stanzino accanto all’officina di pronto intervento e un terzo per un messaggio vocale inviato su un gruppo Whatsapp dove apostrofava in modo denigratorio il direttore dello stabilimento) di lunedì aveva fatto scattare il blocco dei varchi con l’azienda che aveva risposto con lettere di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione per 250 lavoratori. Il corteo già in programma si è caricato dunque ancor più di rabbia contro il comportamento di Arcelor Mittal e del governo che a giorni dovrebbe entrare nel capitale dell’ex Ilva tramite Invitalia.
La tensione era palpabile anche alla conclusione del corteo sotto la prefettura. Dopo qualche contatto, i poliziotti schierati a difesa del portone di palazzo Spinola hanno deciso di togliersi i caschi in segno di distensione: una azione applaudita dai lavoratori. Una scena ancora più significativa nella città del G7 del 2001 e di Carlo Giuliani.
Nel frattempo da Roma arrivava la notizia della convocazione dei sindacati da parte del governo. Fim, Fiom e Uilm domani alle 15,30 incontreranno sia il ministro Stefano Patuanelli che Roberto Gualtieri e Nunzia Catalfo per essere aggiornati sulla vertenza. La richiesta era arrivata anche da Taranto dove un altro iscritto Fiom è stato licenziato e i sindacati denunciano la totale insicurezza dell’impianto.
L’incontro in prefettura si è concluso col ritiro da parte dell’azienda di tutte le 250 lettere di sospensione ed è stato reintegrato Luigi Guadagno, l’operaio che aveva ricevuto la lettera di licenziamento per aver denigrato il direttore su Whatsapp: per lui sanzione commutata in tre giorni di sospensione.
La Fiom ha così deciso la fine di scioperi e blocchi a varchi. «Questo è un risultato dei lavoratori dell’Ilva che hanno scioperato e sono scesi in piazza per difendere il lavoro – commenta soddisfatto il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro – . È una vittoria anche per i lavoratori di Leonardo, Fincantieri, Ansaldo energia – sottolinea – e di tutte le fabbriche che hanno manifestato con noi per difendere una parte di classe operaia che riguarda tutta Genova».
Nulla da fare al momento per il licenziamento degli altri due operai, accusati di aver arredato e gestito la cosiddetta sala relax: «Abbiamo chiesto all’azienda una mediazione e la mediazione non ci soddisfa del tutto ma pensiamo di aver portato a casa un risultato – aggiunge Manganaro -. Per loro l’azienda non ha voluto fare passi indietro visto che c’è una denuncia penale in corso, ma come Fiom li difenderemo con i nostri legali e continuiamo a sostenere che il licenziamento sia una sanzione esagerata», chiude Manganaro.

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