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«A gennaio impeachment per Napolitano»

«A gennaio  impeachment  per Napolitano»

Grillo Nuovo attacco del leader del M5S al capo dello Stato

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 27 dicembre 2013

Il consueto discorso di fine anno sarà «l’ultimo» tenuto da Giorgio Napolitano. Parola di Beppe Grillo che a Natale è tornato ad attaccare il presidente della Repubblica. «A gennaio l’aspetta l’impeachment», ha scritto il capo del M5S sul suo blog, ripetendo così quello che è ormai diventato un tormentone degli ultimi mesi. A Napolitano Grillo contesta di aver firmato a suo tempo il lodo Alfano, ma anche la vicenda delle telefonate con l’ex ministro degli Interni Nicola Mancino, registrate nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta trattativa Stato mafia e in seguito distrutte dopo l’intervento della Consulta. «La parola del presidente era sacra, inviolabile, non poteva essere udita dai magistrati – scrive ancora -. Quando ciò accadeva e una sua conversazione con un indagato veniva registrata, il presidente faceva cancellare i nastri». Ma per Grillo Napolitano è soprattutto un «re» che «nomina i suoi ministri e non rispetta la Costituzione».

Tutti episodi sui quali si può essere o meno d’accordo, ma che nulla hanno a che fare con gli unici due motivi (alto tradimento o attentato alla Costituzione) che renderebbero possibile un’eventuale messa in stato d’accusa del presidente. Quelle di Grillo sono dunque ancora una volta solo parole utili magari a tenere viva l’attenzione del suo elettorato contro un Giorgio Napolitano colpevole, a suo dire, di «non rappresentare più gli italiani» come ha più volte sostenuto, ma senza alcuna possibilità di riuscita. Anche perché, nonostante un’intesa di intenti con Forza Italia che sulla questione impeachment ha più volte strizzato l’occhio al M5S, è praticamente impossibile che Grillo trovi la maggioranza dei parlamentari favorevole a procedere per la messa in stato di accusa di Napolitano, come previsto dalla Costituzione.

Ostacoli che il leader conosce bene, tanto da averne parlato qualche mese fa con i suoi parlamentari più fedeli (anche tra i pentastellati non tutti sarebbero infatti favorevoli all’impeachment) con i quali avrebbe ammesso l’incosistenza della richiesta, motivandola però con la necessità di un gesto politico contro l’inquilino del Quirinale.

Tormentone o meno che sia, l’ennesimo attacco a Giorgio Napolitano ha suscitato le critiche a destra come a sinistra. Con le sole eccezioni di Forza Italia e Lega. Ad accendere le polveri è statoabrizio Cicchitto, del Ncd di Alfano, che ha definito le parole di Grillo «una lucida volontà eversiva nei confronti del sistema». Per i capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza, invece, c’è «un solo, chiaro obiettivo nella malata strategia politica di Grillo: sfasciare le istituzioni e fare dell’Italia un cumulo di macerie». Si dice d’accordo anche il leader dell’Udc Pieferdinando Casini, per il quale gli attacchi di Grillo a Napolitano «sono solo il segno di un’impotenza politica e il tentativo di mitigare la delusione dei suoi stessi elettori». Secco, infine, il commento di Andrea Mazziotti, deputato di Scelta civica, per il quale la richiesta di impeachment «è una scemenza e anche i parlamentari grillini lo sanno benissimo».

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