A Firenze una marea di popolo con gli operai Gkn
Delocalizzazioni Massiccia partecipazione al corteo delle tute blu per riconquistare il lavoro, rubato dalla sera alla mattina da una multinazionale finanziarizzata. In piazza 15mila persone, con tantissimi giovani: "Difendere loro vuol dire difendere la possibilità di poter lavorare con diritti e tutele".
Delocalizzazioni Massiccia partecipazione al corteo delle tute blu per riconquistare il lavoro, rubato dalla sera alla mattina da una multinazionale finanziarizzata. In piazza 15mila persone, con tantissimi giovani: "Difendere loro vuol dire difendere la possibilità di poter lavorare con diritti e tutele".
Non cammineranno mai soli gli operai della Gkn, almeno fin quando la loro lotta per riconquistare il lavoro, rubato dalla sera alla mattina da una multinazionale finanziarizzata, troverà migliaia e migliaia di donne e uomini al loro fianco. Succede una volta ancora, all’indomani delle dichiarazioni di un ministro – e quindi di un governo – che di fatto vorrebbe abbandonarli a se stessi. Senza intervenire per dare un futuro a una fabbrica che pure era in salute, producendo componenti essenziali come i semiassi, che saranno montati anche sulle auto di domani. “A noi stanno facendo il trattamento della rana bollita poco a poco – sintetizzano le tute blu – fin quando non ha più le forze per uscire dal pentolone”.
Ma di forza ne hanno ancora i 300 lavoratori e lavoratrici dello stabilimento campigiano. E a dar loro forza ci sono 15mila persone che affollano un lunghissimo corteo, partito da un luogo simbolo come l’ex area Fiat di Novoli. Un corteo che si ingrossa metro dopo metro, perché ai manifestanti arrivati da ogni parte della Toscana e anche dalle regioni vicine si aggiungono tante e tanti fiorentini di ogni età, in particolare giovani e giovanissimi. Con famiglie intere che si affacciano ai balconi di via Corridoni per applaudire ed esporre drappi rossi: “Questa storia è troppo importante – spiega dalla finestra la signora Sonia – e manifestazioni come questa dovrebbero essere organizzate ogni volta che c’è una fabbrica in difficolta”.
E’ il valore del lavoro. “E dell’antifascismo – aggiunge Elisa che in mezzo al corteo porta in carrozzina Martino – e io voglio che mio figlio conosca subito questi valori fondanti del nostro paese. Perché mi sembra incredibile che uno Stato permetta cose del genere”. Una impeccabile diretta radiofonica di Controradio segue l’intera manifestazione, dando la parola a chi, come il giovane Davide, ha le idee chiare: “Difendere gli operai della Gkn vuol dire difendere la possibilità di poter lavorare con diritti e tutele, in un paese dove sono sempre di più quelli costretti a un lavoro ‘grigio’, precario, a termine. Per tanti il contratto collettivo nazionale è un miraggio, e ha tutte le ragioni il Collettivo di Fabbrica a esporre lo striscione ‘Insorgiamo’ in ogni occasione. Perché così non si può andare avanti”.
In corteo i sindacati di base Usb e Cobas e naturalmente la Cgil: Dove dovremmo essere – dice ridendo il segretario toscano Rossano Rossi – caso mai sembra manchi qualcun altro”, con riferimento alle altre due confederazioni. Poi tutte le forze politiche della sinistra, da Rifondazione con Maurizio Acerbo e Dmitrij Palagi a Potere al Popolo e Sinistra italiana con Alessia Petraglia, fino a Pcl e Pci. Ma anche elettori del Pd, come ad esempio Andrea: “Sono qui perché è giusto esserci, oggi più che mai. E sono di nuovo fiducioso che accada qualcosa. Sono un ‘risvegliato’ da Elly Schlein, anche se deve smettere di parlare di inviare le armi per la guerra”.
“Qui si respira un clima francese di orgoglio operaio e popolare”, commenta soddisfatto Acerbo. Mentre a poca distanza c’è il segretario toscano dem Emiliano Fossi: “Tante vertenze come questa sono state risolte con un intervento del governo. Allora invito il ministro Urso a venire in fabbrica, perché quella di uno stabilimento occupato è una novella”. “I lavoratori si stanno comportando con grande correttezza – ribadisce il governatore Eugenio Giani – quando ho chiesto di poter vedere la situazione mi hanno fatto entrare e mostrato grande disponibilità, l’ho detto anche al ministro Urso”.
“Questa è una manifestazione pubblica e ognuno può dire la sua – è l’avviso ai naviganti di Dario Salvetti, anche oggi infaticabile con i suoi compagni e compagne di lavoro – diciamo che la Regione oltre a essere presente e portare solidarietà potrebbe fare passi più concreti per chiudere questa partita, come ad esempio quello che noi chiediamo, un consorzio industriale regionale pubblico che salvaguardi lo stabilimento e lo metta a disposizione dei progetti dei lavoratori. Quanto poi all’accessibilità al sito – aggiunge Salvetti – è un finto problema smentito da una sentenza del tribunale. L’accesso che manca oggi a Gkn è quello della speculazione immobiliare, altri accessi non mancano”.
Prendono nota Ordine dei giornalisti e Federazione della stampa, anch’essi come Arci e Anpi in un corteo che alla fine, arrivato alla Fortezza da Basso, è davvero grande. “Siamo una marea”, è il bollettino finale degli operai Gkn. Che non hanno nemmeno dimenticato, in piazza Dalmazia, di fermarsi per ricordare con Firenze Antifascista gli ambulanti senegalesi Diop Mor e Samb Modou, assassinati anni fa a sangue freddo dal neofascista di turno.
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