Editoriale

A fianco del manifesto, per graffiare la verità

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La costruzione dell’uguaglianza e della giustizia sociale è compito della politica nel senso più vasto del termine: quella formale di chi amministra e quella informale che ci chiama in causa […]

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 28 dicembre 2013

La costruzione dell’uguaglianza e della giustizia sociale è compito della politica nel senso più vasto del termine: quella formale di chi amministra e quella informale che ci chiama in causa tutti e tutte come cittadini responsabili.
La povertà dovrebbe essere illegale nel nostro paese. Invece è oggi la principale malattia che colpisce in forma grave un italiano su quattro e rischia di colpirne uno su tre. Un milione di bambini è in povertà assoluta. Crescono dispersione scolastica, analfabetismo, disoccupazione, precarietà ed i giovani che scoraggiati hanno smesso di cercare il lavoro o di formarsi.
Una vera e propria guerra contro i poveri e contro il lavoro causata da scelte politiche sbagliate che hanno aumentato esponenzialmente gli effetti di una crisi provocata dalle politiche di austerity, dai tagli alla spesa sociale imposti dalla Commissione Europea, dalla Bce e dal Fmi e da un modello di sviluppo insostenibile, ormai sotto accusa in tutto il mondo.

In una paese così fragile, precario e diseguale le mafie hanno trovato inedite sponde nella società dell’io ed hanno rafforzato il loro potere, mangiandosi attività produttive e contribuendo a creare quel clima di frammentazione sociale e sfiducia nel quale prosperano corruzione e sfiducia nelle istituzioni. La crisi,che per molti è una condanna, diventa per altri un’occasione.
Sono sempre più evidenti i favori indiretti alle mafie, forti in una società culturalmente depressa e con una politica debole. Libera è convinta che senza uguaglianza, senza lo sforzo costante per affermarla, senza la partecipazione di quanti sono rimasti indietro, non ci possa essere democrazia.

Per riuscirci, l’informazione e la ricerca della verità sono grimaldelli indispensabili, ancor di più in un paese come il nostro dove il diritto all’informazione è spesso messo in discussione. In questo senso il lavoro del manifesto e di tutti i suoi giornalisti e collaboratori rappresenta oggi più che mai un bene preziosissimo per tutta la comunità.
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