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Il brevetto sulla tecnica Crispr-Cas9 ottenuto dal ricercatore sino-americano Feng Zhang è legittimo. Il ricorso della statunitense Jennifer Doudna e della francese Emmanuelle Charpentier, che ritengono di essere le vere autrici della scoperta, è stato respinto ieri dalla commissione d’appello dell’ufficio brevetti statunitense. Doudna e Charpentier probabilmente ricorreranno presso la corte d’appello federale. Ma per ora devono accettare la sconfitta.

L’esito della battaglia legale per la proprietà intellettuale di Crispr era molto atteso. La tecnica Crispr, nonostante le sue potenzialità siano in gran parte inesplorate, è considerata la maggiore scoperta biotecnologica del secolo. Consiste nella modifica del Dna di una cellula ad opera di due proteine: una riconosce il punto in cui intervenire, l’altra «taglia» il gene, disattivandolo o correggendolo. Non è l’unico metodo conosciuto per modificare il Dna ma è di gran lunga quello più facile, economico e potente.

IN POCHI ANNI è diventato il principale strumento di analisi per scoprire la funzione dei geni e elaborare nuove terapie. Ma anche per realizzare Ogm o embrioni umani geneticamente corretti. Timori e speranze di pari entità accompagnano lo sviluppo dirompente di questa nuova tecnologia.

Crispr, in realtà, è un meccanismo naturale scoperto nel sistema immunitario dei batteri. Nel 2012, Doudna e Charpentier sono state le prime a descrivere come manipolarlo e a richiedere un brevetto su di esso. Il trentaquattrenne Zhang è riuscito però a batterle sul tempo brevettando l’applicazione di Crispr su cellule di organismi complessi come animali e piante.

L’ufficio brevetti ha stabilito che il brevetto di Zhang è davvero innovativo: secondo le motivazioni della sentenza «il Broad Institute (quello in cui lavora il ricercatore e che lo rappresenta legalmente) è stato convincente nel dimostrare che le due parti rivendicano la paternità su invenzioni distinte». Quindi la scoperta di Doudna e Charpentier non invalida quella di Zhang.

LA DECISIONE sarà inevitabilmente contestata. Il Broad Institute di Boston è spesso criticato per la spregiudicatezza nella battaglia legale e sui media, dove aveva pubblicamente ridimensionato il ruolo di Doudna e Charpentier. Le prime reazioni sono arrivate pochi minuti dopo l’annuncio. «Congratulazioni per aver dimostrato una volta ancora che il cinismo, l’inganno e l’avidità vincono» ha twittato il genetista Michael Eisen, collega di Doudna all’università di Berkeley, con un livore inusuale per la comunità scientifica.

Nonostante Crispr non abbia ancora generato applicazioni commerciali, la decisione ha avuto un immediato impatto dal punto di vista finanziario. Tutti e tre i contendenti, infatti, hanno fondato aziende quotate in borsa per trarre profitto da Crispr attraverso i brevetti. A fine giornata, le azioni della Intellia e della Crispr Therapeutics, legate rispettivamente a Doudna e Charpentier, hanno registrato cali vicini al 10%. Quelle della Editas (fondata da Zhang) si sono impennate del 30%.