A Bolzano aprono in pochi e senza dipendenti
Provincia autonoma Dopo la decisione del governo di impugnare la legge che ha già consentito la ripartenza c'è preoccupazione per la responsabilità sulla salute nei luoghi di lavoro
Provincia autonoma Dopo la decisione del governo di impugnare la legge che ha già consentito la ripartenza c'è preoccupazione per la responsabilità sulla salute nei luoghi di lavoro
«Aperitivi di gruppo, batosta da 400 euro» titola in prima pagina uno dei due quotidiani italiani della provincia, l’Alto Adige, e continua dicendo che due bar sono stati chiusi a Bolzano, e una trentina di persone multate. I 400 euro in caso di seconda violazione salgono a 800. Un vigile interpellato per strada ci dice che non c’è stato bisogno di sciogliere assembramenti, gli agenti hanno fatto formazione per gestori e clienti sulle nuove regole. Ad aprire sono stati soprattutto i bar piccoli, dietro al banco c’è il gestore che non ha chiamato dipendenti per timore delle norme sulla sicurezza sul lavoro, la stessa preoccupazione che ha tenuto chiusi molti bar (circa il 40%) e tutti i ristoranti. Troppo alto il rischio, vista la decisione del governo di impugnare la legge provinciale sulle riaperture proprio per la sicurezza sul lavoro.
I ristoratori preferiscono l’asporto, e pare che funzioni piuttosto bene per chi lo offre. Siamo andati in un paio di bar, e nel primo abbiamo trovato un rigoroso vetro al banco, come agli sportelli della stazione. E separatori mobili in plexi-glas sui tavoli, nel senso che si possono togliere se i clienti che si siedono sono «congiunti». E ci si fida delle autodichiarazioni, nessuno vuole fare il poliziotto e chiedere i documenti. Certo, fa impressione vedere il cameriere versare il vino con guanti e mascherina. E rimane il fatto che per berlo, il vino, ovviamente bisogna togliersi la mascherina. Per questo i tavoli sono rigorosamente distanti due metri, affinché la distanza minima richiesta di un metro tra le persone sia garantita. Al secondo bar il caffè ce l’hanno servito al tavolo, fuori, sul terrazzo, dove i tavoli sono ordinati a mo’ di scacchiera, qui senza separatori che servono soltanto nei locali interni. Nessun servizio al banco, e appena un cliente si alza, il tavolino viene subito disinfettato per quello successivo. Che arrivi, si spera.
L’apertura era attesa con ansia dagli esercenti che sperano almeno in piccoli guadagni. A Bolzano hanno aperto soprattutto i piccoli negozi, abbigliamento, scarpe, casalinghi, mentre non hanno aderito alla apertura le grandi catene. Molti negozi però restano vuoti. Gel disinfettante all’ingresso, vale la regola di un cliente ogni dieci metri quadri, nei piccoli quindi entra uno per volta, nei più grandi è meglio se ci sono una porta d’entrata e una per l’uscita, altrimenti va fatta attenzione quando ci si incrocia.
I bonus di 600 euro non sono arrivati né a tanti gestori né ai loro dipendenti. In cambio sono arrivate bollette e F24 dell’Iva da pagare. Non dovevano essere rinviate? No, ci rispondono in un negozio di abbigliamento, così come il pagamento dell’affitto che dipende dai singoli proprietari. C’è chi lo rinvia, altri insistono sul dovuto mensile che per i locali nelle strade centrali può superare i 20/25mila euro al mese. E anche i promessi prestiti a tasso zero stanno arrivando con il contagocce.
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