Lavoro

A Bologna picchetti in biblioteca contro una paga da fame

A Bologna picchetti in biblioteca contro una paga da fameLa protesta – Radio Città del Capo, Bologna

Università In via Zamboni la protesta dei lavoratori con il sindacato di base Flaica Cub e i collettivi Hobo e Cua

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 2 aprile 2014

Lavorano ogni giorno e guadagnano 3,20 euro all’ora. La loro busta paga è stata decurtata fino al 40% a seguito dell’applicazione di un nuovo contratto nazionale destinato alla vigilanza e ai servizi fiduciari. Nel computo dello stipendio sono stati di colpo cancellati gli scatti di anzianità, la quattordicesima, i buoni pasto. Ma il lavoro resterà lo stesso.

Sono queste le condizioni che hanno spinto 13 lavoratori della Coopservice, una cooperativa che gestisce in appalto i servizi multisala e di portierato nella biblioteca universitaria in via Zamboni 25 a Bologna a scioperare e a organizzare per due giorni picchetti all’entrata dello storico edificio, nel cuore della città universitaria. Insieme a loro il sindacato di base Flaica Cub e gli attivisti dei collettivi studenteschi Hobo e Cua hanno contestato l’accordo siglato dalla Coopservice, dalla Cgil e dalla Cisl che, secondo la Cub, danneggia i lavoratori della biblioteca multimediale dell’ateneo a palazzo Paleotti.

Dopo un giorno e mezzo di picchetti, in una breve conferenza stampa i collettivi universitari e i lavoratori hanno dichiarato uno stato di agitazione permanente, organizzando blocchi a singhiozzo agli accessi corrispondenti ai numeri civici 38, 36, 34, 25 e 21, quelli bloccati il 31 marzo e il 1 aprile dai manifestanti che hanno anche ricevuto la solidarietà da parte di alcuni docenti. Lo faranno fino a quando la situazione non sarà sanata. Domani verrà organizzata nell’ateneo felsineo un’assemblea dove, tra l’altro, verranno esposte le ragioni della manifestazione contro la precarietà e l’austerità prevista a Roma il prossimo 12 aprile. Chi ieri aveva in programma un esame ha sostenuto la prova in un bar. Il docente che ha preso l’iniziativa ha deciso di registrare l’esame «quando l’università tornerà ad essere funzionante». Un altro docente ha organizzato la sua lezione in un pub vicino all’entrata.

Durante il picchetto c’è stato un incontro tra i manifestanti e il pro-rettore Roberto Nicoletti. Il rettore Ivano Dionigi, che ha definito «inaccettabile la forma di picchettaggio che impedisce l’accesso ai luoghi di lavoro e di studio», ha assicurato di avere scritto ai ministri competenti per rivedere la materia che disciplina gli appalti pubblici, soprattutto quella in casi di cambio di appalto. Ai lavoratori della biblioteca, in agitazione da giorni, Dionigi ha riconosciuto comunque «il sacrosanto diritto di sciopero» e ha detto di compredere la loro insoddisfazione rispetto ad un accordo raggiunto precedentemente che aumenta la paga di 80 centesimi lordi per ogni ora di lavoro.

Il sindacato Cub ha giudicato insoddisfacente l’accordo e critica «l’assoluta mancanza di proposte concrete» da parte dei vertici dell’ateneo. E promette di proseguire l’astensione dal lavoro a tempo indeterminato. Il capogruppo di Sel in commissione finanze alla Camera, Giovanni Paglia, ieri ha attaccato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ex presidente dell’Alleanza, al quale due settimane fa ha presentato un’interrogazione. «Poletti – ha detto Paglia – auspica l’introduzione di un salario minimo, ma sulla vicenda di Coopservice non risponde».

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