Visioni

1969-1980, una cantata civile per non dimenticare

1969-1980, una cantata civile per non dimenticare

Note sparse «Fili rossi + 1» , un cd a narrazione corale.

Pubblicato 7 mesi faEdizione del 13 marzo 2024

Tra il 1969 e il 1980, su una pista di sangue, di corpi e edifici sventrati dalle bombe vigliacche fatte esplodere quando potevano fare più male si allungarono ancora una volta sull’Italia quelle che il giornalista Daniele Biacchessi ha ben definito le «ombre nere». Fu la «strategia della tensione», mettere il Paese sotto il giogo della paura, del sospetto, dell’asfissia democratica: negli intenti della destra eversiva un modo per portare un risultato simile a quanto era successo nell’atroce e coeva dittatura dei colonnelli greci. Le indagini, sempre ostacolate nei più capziosi dei modi, chiariranno nei decenni che alla strategia della tensione parteciparono, in connivenza coi neofascisti, servizi segreti, logge massoniche, parti significative dell’apparato dello stato, con evidenti connivenze internazionali. L’inizio fu il 12 dicembre del 1969, a Milano, alla Banca dell’Agricoltura di Piazza Fontana. Alle 16.37 sette kg di gelignite azionate da un timer attizzarono un boato enorme e lo strazio dei corpi di diciassette persone. Milano, attonita, viveva un giorno tranquillo di luminarie, zampognari, ricerca dei regali, pioggia sottile, un caldo insolito e presago. Arrestarono Pietro Valpreda, ballerino anarchico, colpevole possibile e trasgressivo perfetto, poi incriminarono Giuseppe Pinelli, ex partigiano, anarchico e libertario. Come andò a finire lo sappiamo, con un volo dalla finestra del quarto piano della Questura.

NEL 2019, nel docufilm Io ricordo, Piazza Fontana diretto da Francesco Micciché, in una scena Giovanna Mezzogiorno, che interpreta Francesca Dendena, fondatrice dell’Associazione piazza Fontana 12 dicembre ’69, collega con fili rossi le foto della gente comune squarciata dalle bomba fascista, la foto di Pinelli, quelle dei presunti responsabili. Da qui prende il titolo, 17 fili rossi +1 un cd per Latlantide a narrazione corale (come la raccolta in crowdfunding che ha permesso il tutto, e la partecipazione di Associazione Piazza Fontana, Comitato Non dimenticarmi, ArciPonti di Memoria, famiglia Pinelli).

Coinvolti Yo Yo Mundi, Alessio Lega, la Gang, Moni Ovadia, Renato Sarti

UN CD BELLO e doloroso con testi e foto d’epoca (ora anche in digitale) nato da un’idea di Renato Franchi e Fulvio Mario Beretta. Loro hanno saputo mettersi attorno decine di straordinari protagonisti musicali, del giornalismo, del teatro, dell’impegno civile. Il risultato è una sorta di vibrante «cantata civile» per folk rock, un intrecciarsi di voci che ne fanno una sola, declinata. Bello che musicisti e band emergenti come Daniele Ridolfi, Andreacarlo e il Collettivo Musicale Emily (che recupera uno straordinario e semi perduto brano del cantastorie popolare ambulante Angelo Cavallini, Fontana del dolor, memoria su memoria!) compongano un unico affresco con veterani dell’impegno come lo stesso Franchi con la sua band, Filippo Andreani, Come le Foglie, Yo Yo Mundi, Casa del Vento, Alessio Lega, la Banda degli Ottoni a Scoppio, la Gang dei fratelli Severini. E poi ci sono le voci e i monologhi di Moni Ovadia, di Renato Sarti, di Daniele Biacchessi, Silvano Piccardi e Paolo Raimondi. Una Fontana di note e parole, per la memoria.

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