«17 milioni son pochi»: ennesimo ricatto di Whirlpool su Napoli
Crisi Irrisolte La multinazionale: le risorse nel decreto Imprese non bastano. Di Maio muto. I sindacati: inaccettabile, le lavatrici restino lì. L’azienda aveva già cambiato le carte in tavola il 1° agosto: stabilimento non più profittevole
Crisi Irrisolte La multinazionale: le risorse nel decreto Imprese non bastano. Di Maio muto. I sindacati: inaccettabile, le lavatrici restino lì. L’azienda aveva già cambiato le carte in tavola il 1° agosto: stabilimento non più profittevole
Il ricatto di Whirlpool continua. E, se possibile, peggiora di volta in volta. Diventando la prima emergenza occupazionale per il prossimo governo. Che dovrà salvare la produzione di lavatrici a Napoli e i 410 posti di lavoro, più l’indotto.
SE IL PRIMO AGOSTO, concluso l’ultimo incontro in sede tecnica al ministero dello Sviluppo con un’analisi largamente deficitaria, la multinazionale americana aveva mandato un comunicato stampa in cui incredibilmente annunciava «l’insostenibilità della produzione di lavatrici a Napoli» senza averlo minimamente anticipato ai sindacati nel lungo incontro appena terminato, ieri ha fatto di peggio. Un nuovo annuncio che considera «non sufficienti i 16,9 milioni di euro previsti dal decreto legge Imprese del governo uscente. Si tratta dei soldi promessi da Di Maio il 25 luglio, ma condizionati alla permanenza della produzione di lavatrici a Napoli.
Il decreto sulle crisi aziendali, approvato salvo intese dall’ultimo consiglio dei ministri del governo Lega-M5s ma che sarebbe in dirittura d’arrivo in Gazzetta Ufficiale, contiene una norma ad hoc che riguarda le grandi aziende in crisi «con più di 4.000 dipendenti» – e cioè, senza nominarla, solo Whirlpool – «interventi non sufficienti a garantire la profittabilità dello stabilimento di Napoli». La nota di Whirpool arriva all’ora di pranzo e sembra l’ennesimo intervento a gamba tesa di una azienda che continua a giocare col fuoco senza rendersi conto del dramma sociale che sta creando a Napoli.
LA MULTINAZIONALE AMERICANA sostiene che «l’unica soluzione percorribile è dare una nuova missione produttiva al sito». L’incredibile spiegazione e il bizzarro calcolo fatto dall’azienda per spiegare la decisione è che «i 16,9 milioni di euro previsti dal decreto legge per il biennio 2019-2020 – spiega Whirlpool in una nota – sono calcolati considerando la messa in solidarietà al 60% della quasi totalità dei 5.500 dipendenti di Whirlpool in Italia: questa non è un’opzione in quanto non in linea con il piano industriale 2019-2021. Inoltre, il potenziale beneficio sarebbe distribuito su tutti i siti italiani e non rappresenterebbe un intervento strutturale per il futuro a lungo termine di Napoli, soprattutto se comparato agli sforzi e agli investimenti pari a circa 100 milioni di euro messi in campo dall’azienda negli ultimi anni». Il tutto per annunciare che l’azienda è «pronta a presentare nel dettaglio la nuova missione industriale per lo stabilimento di Napoli». L’idea che ha sempre avuto fin dal principio della vertenza: vendere lo stabilimento a chissà chi e liberarsene definitivamente, delocalizzando la produzione di lavatrici in Polonia, come già previsto tre anni fa.
IMMEDIATA LA REAZIONE dei sindacati con la Fiom che reputa «inaccettabile» la nota e chiede di «riprendere la trattativa ripartendo dall’impegno dell’azienda a preparare un piano quinquennale di rilancio dello stabilimento di Napoli e dall’implementazione della produzione delle lavatrici. L’azienda quindi si attrezzi per riavviare il tavolo di confronto e la smetta di diramare comunicati che lasciano il tempo che trovano», attacca la segrataria nazionale Barbara Tibaldi.
Anche la Uilm attacca: «l’azienda non cerchi alibi e lavori con noi per migliorare il provvedimento del governo», dichiara il segretario nazionale Gianluca Ficco ricordando comunque che «la cifra di 16,9 milioni corrisponde in teoria alla cifra che inizialmente era stata ipotizzata per rilanciare Napoli nell’accordo di ottobre poi ripudiato da Whirlpool, ma in effetti per come è scritta la norma la cifra non è effettiva né strutturale».
Di «balletto indecoroso» parla la segretaria nazionale Fim Cisl Alessandra Damiani: «Whirlpool ha già messo in discussione la sua credibilità nella mancata attuazione del piano di ottobre, eviti di continuare nella politica del pensiero bipolare».
SILENZIO DA PARTE DEL MISE e di Di Maio. L’unico del M5s a parlare è il consigliere regionale Gennaro Saiello con una dichiarazione surreale: «La pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto che stanzia 16,9 milioni a favore del gruppo Whirlpool è l’ennesima prova di lealtà del governo del Movimento 5 Stelle e del ministro Luigi Di Maio».
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