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14 milioni di grida sono ancora pochi

Il cortometraggio 14 millions de cris, il film di Lisa Azuelos sui matrimoni forzati delle bambine

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 3 maggio 2014

Parigi, 2014. Une petite jeune fille. Una ragazzina. E un abito troppo bianco. Emma ha 11 anni, la vediamo all’uscita di scuola: prima Media, gli scambi lievi con le compagne, con i coetanei maschi. Poi, a casa, quel vestito. Sua madre, già pronta e molto chic – come la loro casa – le chiede se desidera indossarlo, ma è una domanda retorica. Lei vorrebbe sapere dove si va. Non ottiene risposta. Nota però che la madre, solitamente contraria, l’aiuta a truccarsi, la pettina e le acconcia i capelli, con una coroncina. Ovviamente bianca. Il padre la guarda ammirato: «una piccola vera donna» …
Poi il tragitto in macchina … Si affida a loro, sono i suoi genitori come potrebbero farle del male? mentre la musica intona Everything’s gonna be alright degli Sweetbox e lei stringe tra le mani il suo coniglietto. Sono arrivati in Municipio. Sale le scale per mano dei suoi, un movimento angosciante come quello hitchcockiano de Il sospetto…
Prigioniera. Di un’immagine fagocitante e convenzionale, vampirizzante e impudica, eppure mai sazia del corpo e dello spirito delle bambine (cui l’Onu finalmente dedica azioni e una giornata internazionale, Terre des hommes la campagna In difesa), di una hit che sembra rassicurare ma tradisce, di una fotografia in bianco e nero, troppo patinata e tagliente, di luci come spilli feroci, di sguardi finti come quelli degli invitati che l’aspettano, morbosi e complici come quelli dell’uomo anziano che le prende la mano mentre ancora serra il coniglietto, come quello della sindaca pronta a celebrare …

Lisa Azuelos, regista francese (suo Lol e ora Une rencontre), si introduce furtivamente nell’immaginario contemporaneo occidentale con un mini film di 4 minuti (protagonisti, Adèle Gasparov, Julie Gayet, Alexandre Astier), per far esplodere 14 millions de cris, di grida tante quante sono i matrimoni precoci e forzati oggi nel mondo (vedetelo, su Youtube, campagna #14millioscreams). Non solo qualcosa di «lontano», come in Water di Deepa Mehta: le piccole vedove indiane, schiave di marcite tradizioni … ma qui e ora, senza confini. In Francia, sebbene fuori legge da 100 anni, continua ad accadere.

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