Un meteorite si è schiantato ieri contro il Green Deal europeo, contro ogni idea di sviluppo sostenibile. È questa l’immagine scelta dagli attivisti di Greenpeace Belgio per protestare contro l’etichetta verde a gas naturale ed energia nucleare. Hanno protestato installando a Bruxelles, davanti al palazzo della Commissione europea e del Consiglio Ue, un «Taxonosaurus Rex», un esemplare di dinosauro alto quattro metri, fatto di rottami metallici e dipinto con simboli di allarme radioattivo e fiamme di gas blu. L’azione di protesta arriva prima della proposta della Commissione europea sulla cosiddetta tassonomia, la classificazione che conferisce patente di sostenibilità alle diverse attività economiche.

Il messaggio di Greenpeace è palese: «Nucleare e gas non sono verdi: il gas è oggi responsabile di più emissioni di CO2 rispetto al carbone, mentre dopo settant’anni l’industria nucleare non ha ancora una soluzione per la montagna sempre crescente di scorie radioattive». Per questo, secondo l’organizzazione ambientalista, «la Commissione europea dovrebbe escludere completamente queste tecnologie dalle linee guida per gli investimenti sostenibili dell’Ue».

In Italia ha preso parola contro la posizione espressa dal vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis anche Beppe Grillo, che ha pubblicato sul proprio blog un post dedicato alla favole della fusione nucleare, che prende spunto da «un recente saggio del fisico L. J. Reinders, intitolato The Fairy Tale od Nuclear Fusion». Il libro, scrive Grillo, «presenta fatti e argomenti che dimostra come l’energia da fusione nucleare non sarà tecnicamente fattibile in tempo per soddisfare l’urgente bisogno mondiale di energia neutrale dal punto di vista climatico». Secondo Grillo, «l’energia da fusione non sarà un fattore nella lotta contro il cambiamento climatico e la corsa per salvare il clima con energia priva di carbonio sarà stata vinta o persa molto prima che la prima centrale nucleare di fusione entri in funzione».

Il fondatore di M5S conclude indirizzando un messaggio «a coloro le cui decisioni riguardano direttamente la politica energetica», messaggio in bottiglia il cui primo destinatario è senz’altro il ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, che ieri è tornato ad aprire al nucleare («l’importante è non dire a priori no») sottolineando la propria «fede nella scienza e nella tecnologia».

Il ministro ha ricordato però che nel frattempo ha proposto un emendamento alla legge di Bilancio per tagliare i sussidi ambientalmente dannosi. Tra le voci che si sono levate contro la proposta del vicepresidente della Commissione Ue c’è anche quella di Rossella Muroni, deputata di FacciamoECO: «Se come detto da Dombrovskis la proposta sulla “tassonomia verde” coprirà gas e nucleare, l’Europa si appresta a fare un errore madornale. Spero vivamente che il nostro governo, che si definisce ambientalista, si impegni per scongiurare questa beffa. Il nucleare ad oggi non ha risolto il problema della sicurezza durante il funzionamento né quello delle scorie e ha costi e tempi incompatibili con quelli della transizione. Sprecare per il gas gli investimenti che dovrebbero andare alla conversione ecologica, ci renderebbe ancora dipendenti dai fossili, toglierebbe risorse alle rinnovabili e rallenterebbe la nostra transizione.

Non abbiamo più tempo e gli sforzi maggiori verso l’obiettivo delle zero emissioni nette li dobbiamo compiere nei prossimi 10 anni» ha sottolineato Muroni. La Cop26 di Glasgow è finita da meno di un mese ma il dibattito pare tornato indietro di anni. «Che le lobby nucleariste e fossili possano condizionare la scelta dell’Ue circa le fonti energetiche da inserire nella tassonomia verde, quindi ambientalmente sostenibile, è una vergogna. Nucleare e gas non sono verdi: dopo settant’anni l’industria nucleare non ha ancora una soluzione per la montagna sempre crescente di scorie radioattive mentre il gas è responsabile di più emissioni di CO2 rispetto al carbone.

È come suggerire a un alcolizzato di superalcolici di smettere di bere utilizzando il vino come bevanda di transizione» spiegano in una nota i co-portavoce nazionali di Europa Verde, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, europarlamentare. Europa Verde si dice allibita «di fronte alla totale mancanza di visione di certa politica, in particolare del ministro italiano alla Transizione ecologica» di cui chiedono le dimissioni. E nel caso in cui Parlamento o Governo dovessero decidere di reinserire il nucleare tra le fonti energetiche prodotte, promettono battaglia: «Non esiteremo a proporre il terzo referendum abrogativo».