Forse un giorno qualcuno ricorderà il 29 aprile 2024 come il giorno in cui i governi delle maggiori economie globali, il G7, hanno annunciato il phase-out dal carbone: lo faranno, come dovrebbe prevedere il documento finale della riunione del G7 Ambiente, Clima ed Energia che si svolge fino ad oggi a Venaria, alle porte di Torino, entro il 2035.

Secondo il Wwf si tratta «certamente di un buon segnale», perché sembrerebbe «entrare nel concreto dell’attuazione della decisione della COP28», cioè l’ultima Conferenza Onu sul clima che si è tenuta nell’autunno scorso negli Emirati arabi uniti, che ha inserito nella dichiarazione finale un riferimento all’«”inizio della fine” dell’era dei combustibili fossili». E mentre il ministro dell’Ambiente italiano, Pichetto Fratin, ha assicurato che il nostro Paese è pronto a fare la sua parte, la sua vice Vannia Gava ha preso parte all’evento «The role of nuclear in the energy transition», tornando a proporre in agenda il nucleare come «energia pulita, sicura e continua», da adottare superando «l’ideologia con un’agenda rinnovata, in cui la competitività dell’industria torni ad essere la priorità».

Anche Pichetto ha ricordato tra i temi in agenda «la ricerca per il nucleare di nuova generazione», chiamato così da talmente tanto tempo che ormai è invecchiato: è la seconda notizia della giornata, la fatica dell’Italia ad accettare un futuro fondato sulle rinnovabili, senza ricordo all’atomo. «Nel nostro Paese, il dibattito pubblico si muove in tutt’altro contesto, diremmo quasi in una dimensione “fantasy”- ha spiegato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, che in questi giorni è a Venaria per seguire il vertice. Mentre tutto il mondo, infatti, intende perseguire l’obiettivo di triplicare le rinnovabili e raddoppiare d’efficienza energetica, in Italia si perde tempo a parlare di nucleare ben sapendo che il nucleare sicuro a fissione non esiste, e che investendo nei piccoli reattori si riduce la produzione energetica, ma si moltiplicano costi e si rischia in sicurezza. Perché poi in Italia si parli di una tecnologia che non esiste ancora come la fusione è difficile da comprendere, perché allora non investire nel teletrasporto?». Meglio sarebbe mettere in fila un elenco delle centrali a carbone presenti, 5, e identificare date per il progressivo spegnimento. Tre impianti sono di Enel, società partecipata dallo Stato: Brindisi, Civitavecchia e Portovesme (Carbonia-Iglesias). Una è di A2A a Monfalcone (Gorizia), in corso di conversione a gas. L’ultima, a Fiume Santo (Sassari) è di EP Produzione, la società italiana del Gruppo ceco Eph.

Anche ieri sono continuate, per il quarto giorno consecutivo, le proteste: gli attivisti di Ultima Generazione hanno presidiato la Reggia di Venaria, sede del vertice, mentre quelli di Extinction Rebellion sono saliti sul tetto della facoltà di Biologia, che si affaccia su piazza Carlina, la zona rossa che ospita i ministri. Hanno calato uno striscione: «The King is naked: G7 is a scam», il re è nudo: il G7 è una presa in giro. Gli attivisti presenti nella piazza, una cinquantina, sono stati fermati e identificati. Mentre il prefetto Donato Cafagna dichiara ai giornali che in città non ci sono zone rosse, secondo gli attivisti intere aree della città sono militarizzate per isolare i ministri. Extinction Rebellion rivendica in modo pacifico il dialogo e il coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali. Alle 19 è partito anche un corteo da Palazzo Nuovo. I manifestanti, oltre un centinaio, hanno percorso via Po dietro uno striscione con la bandiera palestinese e la scritta «Contro il G7 di guerre e devastazione, fuori i ministri e zone rosse da Torino».