Un incarico di professore in materie giuridiche all’università Unilink di Roma e la titolarità di un corso (sembra in gestione amministrativa della sanità) alla facoltà di Medicina dell’ateneo di Tirana, in Albania. Sarebbe questa, secondo le indagini condotte dalla procura della Repubblica di Cagliari, la contropartita offerta da Roberto Raimondi al presidente della giunta regionale sarda, Christian Solinas, in cambio della poltrona di direttore generale dell’ufficio della Regione Sardegna che gestisce il programma di cooperazione europea ENI CBC Med (European Neighbourhood – Cross Border Cooperation – Mediterranean) per lo sviluppo sostenibile dei paesi del Mediterraneo. A Tirana Raimondi ha ricoperto, prima della nomina, lo scorso agosto, da parte di Solinas, l’incarico di direttore di una scuola di dottorato presso la facoltà di Medicina; a Unilink Raimondi risulta, stando al suo curriculum, «professore straordinario a tempo determinato». Lo scambio tra i due configura, secondo i magistrati, il reato di concorso in corruzione, per il quale sia Solinas sia Raimondi sono ora indagati. Quello avviato dalla procura di Cagliari non è l’unico procedimento a carico di Solinas, che a ottobre era stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio nell’ambito di un’inchiesta sulla nomina di due direttori generali dell’amministrazione regionale.

A un anno esatto dalle prossime elezioni regionali nell’isola, i guai giudiziari di Solinas – segretario del Partito sardo d’azione (Psd’az) eletto presidente nel 2019 a capo di una coalizione di centrodestra – potrebbero avere conseguenza rilevanti. Solinas punta alla riconferma, ma non è detto che la spunti. Fratelli d’Italia, forti dei risultati alle politiche, molto buoni anche in Sardegna, hanno fatto già sapere, attraverso i loro organismi dirigenti regionali, che la ricandidatura non è per niente scontata. La partita è aperta e sarà decisa a Roma. Il partito di Giorgia Meloni non nasconde che per la carica di presidente vedrebbe con favore un’alternanza, che al posto di Solinas potrebbe portare alla guida della giunta regionale l’attuale sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu. Classe 1972, Truzzu ha un passato da Sentinella in piedi e un presente di fedelissimo di Meloni. Alle comunali del 2019 era appoggiato da una coalizione formata da Forza Italia, Lega Salvini Sardegna, Partito sardo d’azione, Unione di Centro e Fratelli d’Italia. «Il crocifisso è un simbolo che appartiene alla nostra storia e alla nostra cultura, lo riappenderò ovunque», aveva dichiarato in campagna elettorale.

Per frenare la manovra di Fratelli d’Italia, Solinas conta sull’appoggio della Lega, nelle cui liste fu eletto in Parlamento alle politiche del 2018 (molto forte rimane il suo legame personale con Matteo Salvini). Ma il presidente della giunta sarda è anche alla ricerca di nuovi alleati. L’altro ieri, nello stesso giorno in cui è arrivata la notizia delle indagini per concorso in corruzione, Solinas ha nominato segretario generale della Regione (in pratica il suo braccio destro) Giuseppe Luigi Cucca, ex segretario regionale del Pd passato nel 2019 a Italia viva. Alle politiche dello scorso anno Cucca si è presentato al Senato tra i candidati del Terzo polo, ma non è stato eletto. La sua nomina segnala l’intenzione del centrodestra (e del governatore in particolare) di allargare la coalizione ai renziani, ma ora, con l’accusa di concorso in corruzione e con un iter giudiziario che rischia di durare a lungo, per Solinas la strada verso la riconferma appare in salita.