«Se il 2024 ci riporta di nuovo America First, l’Europa sarà sola ancora più di prima». Alexander De Croo, il primo ministro belga che assicura la presidenza semestrale del Consiglio Ue, a Strasburgo di fronte all’Europarlamento incita i 27: «Non dobbiamo avere paura, dobbiamo far fronte» all’eventualità, temuta nelle capitali europee, di una nuova vittoria di Donald Trump, dopo il risultato della primaria in Iowa. Per far fronte, De Croo incita a «un’Europa più forte, più sovrana, più fiduciosa in se stessa».

Il primo ministro belga ha ripreso i termini di un discorso che nel 2017 aveva fatto la cancelliera Angela Merkel, sempre in reazione a Trump. Il commissario al mercato interno Therry Breton ha rivelato che nel 2020 Trump ha affermato che «mai» sarebbe venuto in aiuto dell’Europa in caso di attacco militare. E in questi giorni, da Berlino cresce la preoccupazione per un possibile attacco russo, già nella prossima estate, contro altri paesi e non più solo in Ucraina.

I dirigenti della Ue premono per aumentare gli aiuti militari all’Ucraina, mentre le opinioni pubbliche cominciano a manifestare stanchezza. Ursula von der Leyen, che non ha ancora dichiarato ufficialmente se intende ripresentarsi come candidata per un altro mandato di 5 anni alla presidenza della Commissione dopo le elezioni europee, ha ricordato che «l’Ucraina ha bisogno di un finanziamento prevedibile per il 2024», mentre una decisione dovrà essere presa al Consiglio europeo del 1° febbraio per 50 miliardi su 5 anni, promessi dai 27 ma bloccati dal veto dell’Ungheria al vertice dello scorso dicembre. Per il via libera Viktor Orban ora chiede che sui finanziamenti ci sia un voto ogni anno, conservando un potere di ricatto già esercitato a dicembre (la Ue per ora ha congelato i versamenti del Piano di Rilancio a Budapest a causa del non rispetto dello stato di diritto). Da Davos, il presidente Volodymyr Zelensky ha lanciato un nuovo appello all’Europa: «I partner conoscono i nostri bisogni e in quale quantità».

Giovedì il Parlamento europeo deve votare una risoluzione (non vincolante) per aumentare gli sforzi nella fornitura di armi all’Ucraina. I principali gruppi politici a Strasburgo hanno firmato un testo comune per “assicurare un sostegno militare durevole e a lungo termine” all’Ucraina. Un europarlamentare tedesco del Ppe ha chiesto al suo governo di togliere il veto sulla consegna a Kyiv di missili a lunga gittata Taurus. La presidenza belga ha ricordato che la Ue dall’inizio della guerra ha finanziato l’Ucraina con 27 miliardi di euro, ha consegnato 300mila proiettili per obice (ma ne ha promessi un milione e 180mila sono in via di produzione), oltre a 3.300 missili.