In piena estate, mai come quest’anno, il mondo si accorge che il «troppo» turismo può diventare – è già diventato – un serio problema. Soprattutto per i residenti delle località più gettonate. Di Santorini, una delle isole più popolari della Grecia, si parla in questi giorni perché l’amministrazione locale per tamponare l’«invasione» ha addirittura invitato i residenti a restare a casa per motivi di sicurezza (avviso prontamente ritirato perché poco gradito alla popolazione). Più realistico invece il provvedimento annunciato per la prossima estate: l’introduzione di un tetto massimo per i visitatori.

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Lo scorso fine settimana dalle navi sono scese 17 mila persone e nel giro di pochi giorni la popolazione dell’isola è quasi raddoppiata. In estate, nei giorni di punta, sull’isola sbarcano circa 10 mila turisti (l’anno scorso i visitatori sono stati 3,4 milioni). La calca e i disagi sono prevedibili, per i residenti ma anche per i turisti stessi. Per questo il sindaco di Santorini, Nikos Zorzos, ha dichiarato che sull’isola non potrebbero sbarcare più di 8 mila persone al giorno.

Ha anche fatto una promessa, non semplice da mantenere perché turismo significa disagi ma anche molti soldi: «A partire dal 2025 ripristineremo questo limite per preservare la nostra isola come destinazione unica». La Grecia, una delle mete più ambite del Mediterraneo, l’anno scorso ha registrato la cifra record di 32,7 milioni di visitatori. Bisogna dire che il Paese è pieno di isole meravigliose in grado di soddisfare le esigenze dei turisti (o viaggiatori) meno inclini a trascorrere l’estate nella calca del divertimentificio.