Con quattro anni e mezzo di ritardo e dopo svariati scioperi nazionali – tutti riuscitissimi – è stato finalmente rinnovato il contratto nazionale del Trasporto pubblico locale.

I 120 MILA LAVORATORI di un settore sempre più sfilacciato perché fatto da imprese – in buona parte municipalizzate – in rosso che competono semplicemente tagliando i costi a partire dal lavoro riescono finalmente ad avere una boccata di ossigeno. Il lungo muro contro muro fra i sindacati e Asstra, Agens e Anav si è chiuso con il più classico dei compromessi contrattuali: limitare il rinnovo alla parte economica mettendo da parte la parte normativa e le richieste padronali di nuovi orari e flessibilità. Il contratto 2021-2023 prevede un aumento medio di 110 euro e una tantum di 500 euro per la lunga vacanza contrattuale.

«Il contratto – spiegano Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt – ha vigenza dal primo gennaio 2021 al 31 dicembre 2023. Per la parte economica è previsto un aumento medio così suddiviso: 90 euro destinati all’aumento tabellare medio mensile, 8 euro costituiranno la nuova indennità ferie che sarà erogata ad ogni giornata fruita per un totale di 25/26 giornate annue e 12 euro mensili destinati all’assistenza sanitaria integrativa, a decorrere dal primo gennaio 2023. L’ipotesi di accordo sarà sottoposta a referendum dei lavoratori. Non è stata affrontata una discussione di merito sugli aspetti normativi, rimandandola di fatto a quello che sarà il prossimo rinnovo che dovrà traguardare le importanti sfide che attendono il trasporto pubblico locale, nell’attesa della sospirata riforma del settore, ferma in parlamento da quando il professor Bernardo Mattarella ha consegnato alle Camere a settembre 2021 gli esiti della relativa Commissione di studio da lui presieduta». La proposta del figlio del presidente della repubblica è di istituire un Fondo nazionale stabile destinato agli investimenti in materiale rotabile e autobus per puntare al rinnovamento tecnologico del settore nel giro di un decennio.

«Si chiude una vertenza lunga, difficile e faticosa – commenta il segretario generale Filt Cgil Stefano Malorgio – abbiamo rinnovato il Ccnl in una situazione politico economica difficile in cui il settore, dopo la fase pandemica, non si è ancora ripreso e lo abbiamo fatto con un aumento salariale, complessivo su varie voci, in linea con i rinnovi attuali e per la prima volta dopo molti anni senza nessuna concessione dal punto di vista normativo. Ora dal governo ci aspettiamo la realizzazione dell’annunciata riforma all’insegna della sostenibilità e della transizione verde che rilanci il settore in termini di risorse, investimenti e che migliori la qualità del servizio per i cittadini e la qualità del lavoro. Nel tpl che vive una drammatica carenza di autisti a causa delle condizioni generali del settore, per niente attraenti, serve riconoscere a una categoria che ogni giorno presta un servizio alla collettività, una giusta retribuzione e adeguate condizioni di lavoro», conclude Malorgio.

«FINALMENTE RINNOVATO il contratto collettivo nazionale di lavoro del trasporto pubblico locale. Era scaduto nel 2017, troppo tempo, tanto più in tempi di inflazione. Lavoreremo come in questo caso per sostenere le parti e arrivare rapidamente ai rinnovi», commenta il ministro Andrea Orlando.