È da sempre il contratto più importante, quello che detta la linea per i rinnovi in tutti gli altri settori. Ieri mattina nell’usuale sede di Confindustria a Roma è partita ufficialmente la trattativa dei metalmeccanici. Il primo incontro è tradizionalmente quello dedicato alle schermaglie – che ieri ci sono puntualmente state – sebbene non sia mancata una novità assoluta e importante. Riguarda la decisione di Federmeccanica di far partire la trattativa dalla questione più delicata: il salario. Argomento che di solito, proprio per questa ragione, viene tenuto per ultimo. Cosa significhi questa innovazione è ancora difficile da prevedere. Qualora si arrivasse a un accordo, però, la strada per il rinnovo sarebbe in discesa.

La richiesta unitaria di Fim, Fiom e Uilm è di 280 euro di aumento. E per ora Federmeccanica propone la metà.

In scadenza il prossimo 30 giugno, il contratto nazionale dei metalmeccanici riguarda 1,5 milioni di lavoratori. La stagione dei contratti separati è finita nel novembre 2016.

«Da Federmeccanica e Assistal non ci sono state obiezioni di principio, ma abbiamo registrato una distanza siderale tra la nostra piattaforma e le prime considerazioni datoriali – commenta il segretario generale della Fiom Michele De Palma – . L’inflazione sta divorando i salari, e’ per questo che chiediamo nella piattaforma un aumento di 280 euro mensili per i prossimi tre anni sui minimi contrattuali per il livello C3 (ex quinto livello), un aumento che va oltre l’Ipca». Si tratta dell’indice di inflazione depurata dai costi energetici importati, il valore di riferimento. Nei primi giorni di giugno l’Istat stabilirà l’Ipca per il 2023. E la trattativa avrà un punto di riferimento.

«La piattaforma è costruita dentro un sistema di relazioni che possono rispondere positivamente alla nostra richiesta di 280 euro mensili», commenta il segretario generale Fim Ferdinando Uliano. Per Rocco Palombella, segretario generale Uilm, la richiesta «è in linea con quella del rinnovo precedente».
È «necessario confrontarsi con la realtà» del comparto, ha risposto il presidente di Federmeccanica Federico Visentin.