«Siamo ai titoli di coda» è lo slogan scelto dai lavoratori e dalle lavoratrici del cinema che si sono mobilitati negli ultimi giorni. Ieri circa mille persone hanno manifestato a Piazza Santi Apostoli a Roma, con flash mob anche a Torino e a Palermo.

A spingerli a scendere in piazza è la situazione preoccupante delle produzioni cinematografiche negli ultimi mesi: «Cinecittà è un deserto. Il 60% di noi è disoccupato» affermano i manifestanti, una percentuale emersa da un sondaggio a cui hanno partecipato quasi tremila lavoratori. In effetti nel mondo del cinema si sa che dopo la grande produzione seguita alla pandemia, da diversi mesi si gira molto poco. Le ragioni sono diverse, in un comunicato i lavoratori puntano il dito contro il governo che «ha bloccato il tax credit e, soprattutto, non ha ancora pubblicato i decreti attuativi del nuovo provvedimento che regolamentano i finanziamenti dei prodotti del mondo dell’audiovisivo». Condizioni che frenano i produttori dal prendere iniziative.

IN ATTESA che la situazione si sblocchi – e nella speranza che i decreti arrivino in tempo per risollevare il settore in autunno – i lavoratori e le lavoratrici si rivolgono alle istituzioni per sottolineare la necessità di un sostegno economico immediato. Come è tristemente noto, le tutele e il riconoscimento della natura intermittente dei mestieri dello spettacolo sono spesso miraggi nel nostro Paese e questa congiuntura non fa che evidenziare nuovamente la condizione di precarietà emersa durante la pandemia.

Durante la manifestazione di ieri a Roma, una delegazione è stata accolta da Stefano Lanna, della segreteria del ministro Sanguliano, quest’ultimo non ha rilasciato dichiarazioni. La mobilitazione va avanti, forte del fatto di riunire una grande quantità di professioni – dall’art director al Vfx specialist, dagli attori ai fonici, dai montatori ai costumisti – e di portare all’attenzione questioni annose che meriterebbero di essere affrontate una volta per tutte.