Osservando superficialmente le immagini delle donne in posa e arrampicate sugli alberi presenti nel libro “Io non scendo” di Laura Leonelli, edito da Postcart e ora alla sua seconda edizione, si potrebbe provare una sensazione di fatica; quella muscolare di sfida alla gravità. Sono fotografie vernacolari anonime, trovate e raccolte dall’autrice nel corso di anni, e ritraggono donne dalla fine dell’Ottocento agli anni ’70 del Novecento. Sono volti sconosciuti che si intrecciano a quelli di donne note come Louisa May Alcott, Simone de Beauvoir, o Voltairine de Cleyre e altre.

Se ci sia stata o meno fatica nella scalata non interessa perché, più scorrono le pagine, più questa percezione cambia. I corpi sugli alberi diventano una dichiarazione di conquista: uno spazio nuovo è preso. Il divertimento sui volti è ben presente, e la fatica si trasforma in liberazione; quella dagli impedimenti della gravità stessa che radica i corpi alla terra.

Chissà se queste donne al momento dello scatto si siano domandate se ci fossero altre come loro, a farsi fotografare sui rami di un albero. Neanche possiamo sapere la misura in cui le ragazze di queste fotografie siano salite sugli alberi per simboleggiare consciamente le battaglie femministe, ma guardando i volti che compongono questa raccolta, forse possiamo azzardarci a pensare che l’abbiano fatto anche solo perché le divertiva o perché in quel momento volevano semplicemente salire su un albero, senza particolari ragioni o forse ognuna con la propria ragione, e che sia proprio questa libertà d’azione del proprio corpo il vero filo conduttore che unisce le varie immagini di questa raccolta.