Inauguriamo questa rubrica con il progetto fotografico di Valentina De Santis, un viaggio iniziato undici anni fa in Sardegna e proseguito quest’anno nel resto della penisola italiana, mosso dalla passione per le tradizioni popolari, per la ricerca antropologica e per il folklore che ancora oggi mantiene vivo il legame tra l’uomo e il suo territorio.

Tra le tappe continentali del 2024: Artena, Cocullo, Nocera e Verbicaro.

La fotografa, attraverso il suo lavoro, va oltre il semplice racconto per immagini di quelle feste patronali che una volta l’anno richiamano l’attenzione su paesi dimenticati e su pratiche rievocative di un passato che ancora oggi affascina, e cerca invece di andare a fondo sui temi e contraddizioni che questi eventi portano con sé.

Inizia l’estate, finiscono gli esami, iniziano le ferie per chi lavora in città, e si ritorna a casa. Un tema caro a Valentina De Santis, quello del ritorno, al punto da averla spinta a dare vita a numerosi progetti dedicati al suo paese di origine, Artena.

Cristi infiorati di Artena, 2024

Andarsene o restare? Una scelta che viene data per scontata oggi, ma che costringe migliaia di giovani a vere e proprie emigrazioni da luoghi che hanno poco da offrire in termini di lavoro e di istruzione, lasciati indietro dalle istituzioni, sfiorati dal progresso delle metropoli.

Eppure quei luoghi conservano una memoria storica che molte grandi città, sopraffatte dal turismo di massa e sconvolte dalle trasformazioni urbane, non sempre riescono a preservare.

È in queste occasioni che miriadi di ragazze e ragazzi tornano ad affollare quei vicoli, con l’energia e l’entusiasmo di chi vuole riaffermare un’appartenenza negata.

Così si chiarisce il motivo per cui pratiche antiche, in origine strettamente connesse a significati religiosi, incontrano ancora oggi interesse e consenso in contesti laici, nonostante risultino a volte arcaiche se non addirittura inquietanti.

Serpari di Cocullo, 2024

Proprio quest’aura di mistero, accompagnata dall’euforia che avvolge questi eventi, attrae ogni anno non solo abitanti affezionati, ma anche folle di turisti da tutto il mondo, specialmente nelle festività che hanno raggiunto alti livelli di notorietà sui social media.   Da qui nasce un altro grande discrimine, tra feste e riti diventati di serie A e di serie B per visitatori occasionali, ma non solo.

Per molte di queste piccole cittadine gestire flussi così importanti di turismo si è invece tramutato in un problema di sostenibilità, che negli anni ha portato al progressivo ridimensionamento di certe usanze, al fine di evitare disordini di carattere pubblico e rischi per la sicurezza dei partecipanti, contribuendo a snaturare il carattere tradizionale di certe pratiche.

Vattienti di Verbicaro e Nocera Terinese, 2024

Così acquisisce sempre più importanza il suo progetto, nella prospettiva di costruire un archivio fotografico che conservi immagini di riti pagani e religiosi, ricorrenze storiche e politiche, giornate di festa legate ai cicli della terra, sopravvissute nel corso dei millenni, e di continuare a immortalarle, senza temere di raccontare le criticità e le contraddizioni che accompagneranno il loro tempo.

Nell’ultimo anno la fotografa romana ha cercato di promuovere un modo diverso di assistere a questi eventi, formando classi di insegnamento sulla tecnica del reportage fotografico che mirassero ad una partecipazione discreta, curiosa, non invadente e soprattutto mai giudicante.

Sardegna 2013 – 2024.
Processioni di Castelsardo, Alghero, Simaxis, Oristano.
Riti pagani nei paesi della Barbagia
(Lula, Gavoi, Ottana, Mamoiada, Aritzo)

Verso la Barbagia

Valentina De Santis a luglio 2024 si imbarcherà nuovamente per la Sardegna, stavolta diretta nella zona della Barbagia, per documentare la festa della Morra, e proseguire il suo lavoro di ricerca e documentazione su questa terra, punto di partenza del suo lungo viaggio alla volta delle tradizioni più remote d’Italia, che continuerà a raccontare, per ora, senza biglietto di ritorno.

Bio

Valentina De Santis  lavora e vive a Roma occupandosi di documentare principalmente usi e costumi, le tradizioni e le evoluzioni delle piccole e grandi comunità. Inizia fotografando nel 2014 per Spazio Rock presso lo Sziget Festival e successivamente, nel 2015 collabora con il team Train To Create presso l’università UEL di Londra.

Nell’autunno del 2018 è finalista per Future for Religious Heritage photo competition indetto da UNESCO. Nel novembre del 2018 espone nel circuito Paris Photo Festival all’interno del collettivo di Artpil “30 photographers under 30” e successivamente a dicembre 2018 presso la Maison de la Photographie Lille.

Nel marzo 2020 vince il 2° premio al Bi Foto Festival di Mogoro in Sardegna con il progetto “I fought the law and the law won”, ricerca riguardo il brigantaggio del suo paese natio, Artena (Rm). Sempre nel 2020 pubblica per Perimetro web il lavoro realizzato insieme ad un’altra fotografa Ilaria Lagioia, “INCORRISPONDENTI”, rapporto epistolare fatto di e-mail e fotografie durante il lockdown diventato poi un libro per SelfSelf books. Nell’estate 2020 pubblica il suo lavoro fotografico sullo spopolamento del paese di Villaverde in Sardegna per Soter editrice a cura di Salvatore Ligios e nello stesso periodo espone presso il Ragusa Photo Festival con il lavoro “Go with the flow”, progetto seriale di autoritratti realizzati durante il primo lockdown 2020.

Nel 2021 è finalista per la rassegna fotografica “Camera Work” per la rassegna fotografica di Palazzo Rasponi a Ravenna con il progetto “Take me into your skin” legato all’accettazione di se stessi fotografando persone aventi patologie della pelle. 2019/2021 sono anni di formazione come docente, avendo conseguito il master in fotogiornalismo, assistendo la cattedra di reportage al fianco di Dario Coletti presso l’ISFCI di Roma.

Nel 2022 il progetto “I fought the law and the law won” è esposto presso Castelnuovo Fotografia di Castelnuovo di Porto dopo aver vinto il premio CDPzine.

Nel 2024 vince il circuito OFF presso Grenze Arsenali Fotografici con un il progetto “Non voglio sapere”, ricerca sul fenomeno della licantropia nel suo paese d’origine, Artena.