Nikki Haley ha vinto la prima, e probabilmente unica, sfida elettorale per la nomina come candidato repubblicano alla corsa presidenziale, battendo Donald Trump con il 63% dei voti e assicurandosi 19 dei 2.429 delegati del Gop.

La vittoria è arrivata da Washington DC non come una sorpresa visto che The Donald nella super democratica capitale non è molto amato nemmeno dai 22 mila elettori repubblicani registrati: nel 2020 vinse la nomina solo perché non aveva rivali, e nel 2016 arrivò terzo.

Il tycoon ha reagito alla notizia della prima vittoria della sua rivale insultandola in un post su Truth Social, in cui l’ha chiamata “cervello di gallina”.

“Mi sono tenuto volutamente alla larga da Washington, la ‘palude’ – ha scritto Trump – che porta pochissimi delegati e nessun vantaggio. ‘Cervello di gallina’ ha speso lì tutto il suo tempo, il suo denaro e i suoi sforzi. I numeri davvero grandi arriveranno nel Super Tuesday”.

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Nei giorni scorsi il tycoon aveva dichiarato che in caso di sconfitta alle primarie di Washington DC, se rieletto presidente, vieterà l’ingresso alla Casa Bianca a tutti i lobbisti che non l’hanno votato e che un’eventuale vittoria di Haley sarebbe stata un’incoronazione come regina “dei lobbisti e degli addetti ai lavori di Washington che vogliono proteggere il fallimentare status quo”.

Nikki Haley ha sottolineato di essere la prima donna nella storia del partito repubblicano a vincere un’elezione primaria, e ha dichiarato di non sentirsi più vincolata dall’impegno preso con il Comitato Nazionale Repubblicano (Rnc) di appoggiare l’ex presidente Trump qualora questi diventasse il candidato del partito.

“L’Rnc non è più lo stesso Rnc” ha dichiarato l’ex governatrice della Carolina del Sud a ‘Meet the Press’, trasmissione della NBC. “Prenderò la decisione che voglio prendere”.

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Questa dichiarazione di Haley è un cambiamento brusco rispetto all’impegno che aveva preso precedentemente di sostenere il candidato repubblicano. Per poter partecipare ai dibattiti delle primarie è la stessa Rnc a richiedere ai candidati di firmare un impegno di fedeltà. Impegno che Trump si era rifiutato di firmare, non partecipando a nessuno dei dibattiti.

Durante il primo dibattito del Gop, invece, Haley era stata tra i pochi candidati ad aver dichiarato che avrebbe votato per Trump anche se fosse stato condannato.

A farle fare questo brusco cambiamento tanto da dichiarare che il Rnc è ora qualcosa di diverso sono state le dimissioni dei suoi leader, tra cui la presidente Ronna McDaniel, e il fatto che Trump stia cercando di insediare sua nuora, consigliera senior della sua campagna elettorale, e il presidente del Partito Repubblicano della Carolina del Nord ai vertici del comitato. Haley ha accusato Trump di voler trasformare il partito in un “fondo cassa” per la sua campagna elettorale.

A questo punto della campagna, avendo vinto una sola gara nella corsa repubblicana, Haley si approccia a un Super Tuesday dove è sfavorita in tutti gli stati e in questi giorni sta inviando messaggi contrastanti su cosa farà quando, e se, si ritirerà. Nel giro di poche ore l’ex ambasciatrice alle Nazioni Unite ha affermato che la sua campagna non è “anti-Trump”, per poi dichiarare di voler ritirare il suo sostegno a un’eventuale nomina a un candidato repubblicano che non sia lei.