«Sapevamo che quella di Roma era una sfida difficile, con 4 candidati veri. Ma le liste politiche del centrosinistra, a partire dal Pd e compresa “Sinistra civica ecologista», sono andate al di sotto delle ambizion”». Massimiliano Smeriglio, volto storico della sinistra romana ed eurodeputato eletto col Pd, non nasconde le difficoltà del voto nella Capitale.

Concentriamoci sul flop della sinistra.
Abbiamo preso il 2%, così anche la lista di Giovanni Caudo. Il nostro bacino del 5-6% si è diviso ed è diminuito: è mancata una proposta unitaria e gli elettori ci hanno punito.

Voi eravate in campo da mesi con il gruppo «Liberare Roma».
Cambiare ancora una volta simbolo non ci ha aiutati. E i testimonial come Speranza, Bersani e D’Alema sono stati ritenuti patrimonio del centrosinistra: hanno aiutato Gualtieri ma non la lista. Se vinceremo al ballottaggio porteremo in Campidoglio due consiglieri che vengono dalle lotte sociali.

Cosa non ha funzionato nella vostra campagna?
Calenda è stato percepito come un candidato del campo progressista, e ha fatto una campagna di un anno molto efficace. Questo ha drenato molti voti al centrosinistra, spero che tornino al ballottaggio. Lui ha fatto una polemica feroce contro il centrosinistra, noi abbiamo cercato di tenere aperto un filo di dialogo e non è stato facile. Ora siamo in una fase nuova, lui è comunque membro del nostro gruppo a Bruxelles: è naturale provare a incontrarci. Lo stesso vale verso il M5S visto anche lo sforzo di Conte.

Gualtieri dovrebbe guardare più verso Calenda o Conte?
Si rivolgerà a tutti i cittadini romani, anche a chi si è astenuto. A Roma non stiamo misurando le geometrie politiche del centrosinistra o facendo il congresso del Pd o del nuovo Ulivo. Parleremo dei temi, della povertà, della legalità, dei rifiuti.

Questo nuovo Ulivo dal M5S fino a Calenda lo vede possibile?
La logica per me resta quella del campo largo di cui parla Goffredo Bettini. Calenda è un nostro interlocutore anche a livello nazionale.
Si parla già di Beatrice Lorenzin (ex Forza Italia) come vicesindaco. Il coordinatore della lista civica di Gualtieri è un imprenditore, Alessandro Onorato, che era braccio destro di Alfio Marchini quando nel 2016 fu il candidato di Berlusconi. Non vi state moderando un po’ troppo?
Sono nomi che fluttuano nell’aria, Gualtieri ancora non si è espresso sulla squadra. Se vinceremo ci sarà in Campidoglio una pattuglia di consiglieri di sinistra e ambientalisti che solleciterà il sindaco sui nostri temi. Nelle coalizioni c’è sempre spazio per sensibilità diverse, si discute, poi si trova una sintesi. Siamo tutti impegnati per far vincere Gualtieri.

Le liste di sinistra sono andate male in tutta Italia, tranne Bologna e Trieste.
Ci sono stati anche risultati confortanti. Penso alle performance di Emily Clancy a Bologna, Anita Pirovano a Milano, Amedeo Ciaccheri nel municipio di Garbartella a Roma. Sta emergendo una nuova generazione che viene dall’attivismo sociale: è una traccia promettente da seguire, per rigenerare la sinistra bisogna cambiare tutto, gli approcci tradizionali non bastano più.

Stop alle costituenti di sinistra?
Assolutamente. Dobbiamo valorizzare quello che si è già prodotto nella sinistra sociale e che spesso non trova rappresentanza politica.

C’è ancora spazio per una forza di sinistra nazionale?
Non è uno spazio dato in natura, va conquistato. Vedo un piccolo spazio, per allargarlo bisogna riunificare e rigenerare partendo da questa nuova generazione che viene dalle battaglie sul clima, dagli spazio sociali, dal femminismo. Non credo all’idea di un Pd con tutti dentro: meglio una coalizione che, come l’Ulivo del 1996, tenga insieme diverse culture politiche.

Nel Comune di Itri (Latina) lei ha dato vita a una lista trasversale insieme a Fratelli d’Italia a sostegno del sindaco Giovanni Agresti?
Non ho mai partecipato in alcun modo alla -vita politica di Itri e alla contesa elettorale in quel Comune. In queste elezioni il mio impegno è stato solo su Roma e Latina.