Meloni, nel libro intervista con Alessandro Sallusti “La versione di Giorgia”, si dice molto sorpresa della sorpresa suscitata dalle parole di Lollobrigida sulla sostituzione etnica. La Presidente del Consiglio afferma che, dato che nella Treccani la razza si riferisce alla biologia e l’etnia alla cultura, non ci sono problemi nell’affermazione del cognato ministro. Giustamente, è ignara della sovrapponibilità delle due categorie – il distacco dal razzismo biologico sostanzialmente non è mai avvenuto per FdI, la cultura diviene il sostituto funzionale della razza e traghetta verso il razzismo accettabile della differenza incommensurabile e gerarchicamente ordinata.

Meloni, dizionario alla mano, sostiene quindi che “La razza è cosa siamo fisicamente, l’etnia è cosa siamo culturalmente” e che chi confonde i termini dovrebbe studiare di più. Per come il testo è trascritto (e pubblicato da Rizzoli), emerge che per Meloni le razze esistono – coincidono con le differenze nel corpo. Quindi passa ad “argomentare” la tesi che la sinistra sia contraria all’immigrazione dei paesi dell’Est – fa il caso della Moldavia – e sostiene quella africana. La ragione è che la prima, anche se più povera di “gran parte dei Paesi del Nord Africa”, è troppo omogenea rispetto all’etnia italiana. È “troppo affine alla nostra cultura. E, dunque, non è funzionale al disegno del cosiddetto melting pot”.

La sinistra invece, secondo Meloni, vuole snaturare la nazione italiana e quindi cerca gruppi più diversi e meno integrabili per sciogliere l’altrimenti compatto e solido popolo italiano. Come se prima della guerra contro l’Ucraina chi veniva dal Centro-Est Europa non fosse razzializzato. Dalle compiacenti domande di Sallusti, emerge un’altra tesi poi. La sinistra, se dalla paranoia contro il politicamente corretto, è considerata iperidentitaria, da Meloni è valutata parimenti antidentitaria. Il nesso tra le due posizioni apparentemente contraddittorie è che l’identità contro la quale la sinistra si schiera (magari) è quella bianca e eterosessuale.

La redazione consiglia:
Il governo è nei guai e Meloni si inventa la macchina del fango

 Continuando la sofisticata analisi razzista avanza una possibile (ma segreta) spiegazione ulteriore che muoverebbe la sinistra. La sinistra vuole usare i migranti come esercito di riserva, vuole abbassare il costo del lavoro e i diritti sociali degli italiani. Non è vero che gli italiani non vogliono fare certi lavori, semplicemente non accettano condizioni che i migranti invece sono costretti ad accettare, come “conseguenza della politica delle porte aperte” della sinistra. Peccato che le porte non siano mai state aperte e che questa condizione di sfruttamento sia frutto della politica delle porte chiuse, del decennale razzismo istituzionale e sociale e dei bisogni delle piccole e medie imprese italiane.

  Ad ogni modo, a costo di attirarsi – ingiustamente, secondo lei – “insinuazioni ben più gravi” come quella di antisemitismo, la colpa è di Soros. Il finanziere ebreo nel 1992 ha colpito la lira con un attacco speculativo e ora, per proseguire la sua personale battaglia contro l’Italia con altri mezzi, aiuta le ong che portano migranti. Soros fa così arricchire pochi potenti e mette in difficoltà i lavoratori italiani. Fortunatamente, oltre ai vari fascisti di mezzo mondo, c’è invece lei a svelare questa trama oscura. E a difendere i lavoratori italiani contro chi attenta alla salute della patria. Il problema non è del sistema politico ed economico, è una piccola minoranza di plutocrati che trama nell’ombra.

Un altro ebreo che attacca è ovviamente Carlo De Benedetti – e altrettanto ovviamente in quanto potente e non per la religione. Siamo al (nazional)socialismo degli imbecilli, al poco convincente anticapitalismo di destra – a targhe alterne se si guarda all’elogio di Reagan e della trickle down economy o, ancora, all’opposizione alla “follia” che lo stato dia lavoro e al ’68 antimeritocratico. Per non parlare, ovviamente della rivendicazione del mix classista di flat tax, distruzione del reddito di cittadinanza, opposizione al salario minimo. Il testo si apre – e chiude – inoltre con una dichiarazione di ammirazione per Margaret Thatcher che vide nella Ue un mostro statalista. Visione che Meloni sostiene di condividere, pur non auspicando nessuna Italexit. Tutt’altro che una destra antiliberista, come alcuni la rappresentano.

Meloni è europeista, perché l’Europa (delle nazioni), grazie alla cultura giudaico-cristiana, è superiore alle altre civiltà, sprovviste dell’universalismo lì dispiegatosi. Ma purtroppo oggi il pensiero unico imperante nella Ue vieta la parola natale e “lascia interi quartieri in mano alla legge islamica”. Fortunatamente i poco democratici amici dell’ECR al governo in Polonia e Repubblica Ceca permetteranno di riconnettersi al glorioso passato.

 Il Corriere – così come La Stampa e il Foglio – ha prontamente già pubblicato un estratto del libro di Sallusti e Meloni (il più innocuo e rassicurante), per poi occuparsi dei preziosi consigli di Draghi sull’esposizione delle finestre di Palazzo Chigi al traffico, riportati nel testo. Ma persino su quel quotidiano (come sul Foglio) è stato scritto che, nei termini del generale Vannacci, si esagera un poco. Perfino un ministro del governo si è dovuto scoprire a destra. Il politicamente corretto – ovviamente attaccato da Meloni assieme all’immancabile teoria gender – è asfissiante ma un po’ di perifrasi per stigmatizzare le minoranze vanno usate. Termini esplicitamente razzisti e misogini vanno evitati. Anche per non dare argomenti alla totalitaria sinistra che vuole imporre la dittatura delle minoranze – peggiore dei roghi di libri nazisti, secondo Panebianco, e speculare al neorazzismo, secondo diverse altre firme del Corsera.

 In seguito al caso Vannacci era stato rispolverato l’osceno testo scritto nel 2019 dalla premier con Alessandro Meluzzi “Mafia nigeriana. Origini, rituali, crimini”, in cui le tesi esposte non si discostavano molto da quelle del generale. Ma questo nuovo libro intervista, scritto da una posizione di potere ben diversa, non sta destando scandalo alcuno. Tacciono i media che danno la copertura dal centro alla svolta di “Meloni con il loden”, alla destra moderna che ha reciso i fili con il passato fascista. Possono al massimo invitare alla prudenza, per continuare a fare i consiglieri del principe. Sull’economia si vada adagio, gli obiettivi dell’estrema destra possono essere colpiti ma con più furbizia e sapienza. Per il resto, si continui pure. Pezzi di opposizione continueranno a rinfacciarle che non ha fermato gli sbarchi, che è stata inefficiente. Non che fa morire la gente in mare ostacolando i soccorsi. Che ha tradito le promesse. Sostanzialmente, che l’opposizione all’invasione va fatta meglio.